«Quella delibera va ritirata subito. Non si può affidare l'incarico di dirigente amministrativo di un'azienda sanitaria a una persona laureata in materie umanistiche, insegnante di geografia e priva di esperienza nel settore se non quella maturata in seguito a incarichi politici».Luigi Morgillo spara a zero sull'assunzione di Michela Costa - ex direttore generale dell'Istituto Sociosanitario Brignole di Genova - nei quadri dirigenziali dell'Asl spezzina e chiede l'immediato azzeramento dei vertici aziendali con la revoca del direttore generale Gianfranco Conzi e del responsabile amministrativo Claudio Sacchi.
Per Morgillo le carenze della sanità spezzina non sono altro che lo specchio della giunta regionale di centro sinistra guidata da Claudio Burlando e l'unico rimedio per rimettere le cose a posto passa per un veloce commissariamento dell'azienda. «Hanno conferito un incarico sotto Capodanno senza il minimo rispetto delle procedure e della trasparenza amministrativa. Apprezzo la presa di posizione del sindaco Massimo Federici ma non deve rimanere lettera morta, quella delibera va ritirata», spiega Morgillo nel vertice convocato nella sede Pdl della Spezia per fare il punto sui nervi scoperti della sanità locale.
Dal nuovo ospedale del Felettino, eterna promessa che ritorna puntuale a ogni elezione, all'assunzione di 130 operatori sociosanitari sbandierata nei mesi scorsi e poi congelata dalla proroga del servizio di «Global Service», da sempre criticato e poi promosso per un altro anno. «Alla Spezia stiamo vivendo una situazione paradossale che rischia di passare sotto silenzio. L'unica cosa certa è che il nuovo ospedale tanto pubblicizzato nei mesi scorsi è bloccato. Mancano i soldi. L'Asl ha bisogno di 25 milioni di euro che sono stati demandati alla cessione del vecchio nosocomio Sant'Andrea. Personalmente pensavo che diventasse una bandiera elettorale con tanto di cerimonie e quant'altro invece non possono fare neppure quello. Sono completamente impantanati e la gente deve saperlo», attacca Morgillo che rincara la dose snocciolando uno dietro l'altro tutti gli accorgimenti studiati dalla regione per far rimanere in piedi fino alle elezioni di primavera il progetto ospedale nuovo. «Hanno nominato l'Arte, l'ex Istituto delle Case Popolari, garante di quella cifra. È assurdo, sappiamo le difficoltà che vive l'azienda dell'edilizia che poi non dovrebbe occuparsi di sanità. Sono artifici che non reggono - osserva Morgillo - perché l'ospedale nuovo non c'è e l'unica strada è quella del project financing, da sempre rigettata dalla sinistra».
E nel calderone della sanità spezzina che fa acqua da tutte la parti Morgillo mette anche dei consuntivi da brivido.
La Sanità spezzina affidata a uninsegnante di geografia
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