«Sanpaolo farà shopping entro fine anno»

Ottimismo sui conti del gruppo: «Il primo trimestre è andato molto bene»

Massimo Restelli

da Milano

Otto mesi di tempo per sedersi al tavolo del risiko: il presidente Enrico Salza rompe gli indugi e detta la strategia del Sanpaolo, specificando che l’intenzione del gruppo è portare a termine un’acquisizione «entro l’anno». Un periodo di tempo che servirà anche per avere maggiori certezze sulle altre forze in campo: «Facciamo depositare la polvere e poi ci muoveremo noi», ha puntualizzato il banchiere, ricorrendo a un’immagine dietro la quale si intravedono sia le voci di avvicinamento del gruppo verso Monte Paschi sia il prolungato corteggiamento di Intesa nei confronti di Capitalia. Dopo l’invito a consolidare il settore, pronunciato dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, la scommessa di Piazza Affari è infatti che questi quattro gruppi convergeranno in due colossi dalle dimensioni europee.
Le coppie, tuttavia, sono ancora tutte da definire e, dopo la fallita alleanza con la belga Dexia, per Sanpaolo è importante evitare altri passi falsi a livello internazionale. Ecco perché da Piazza San Carlo non trapela alcuna fretta: «Sarà un’operazione che ha una logica industriale», si è limitato a ribadire Salza, mostrandosi anche ottimista sull’andamento del primo trimestre che «è andato molto bene» (2 miliardi i profitti raggiunti nel 2005). A dispetto della prudenza emersa all’ultima assemblea, Sanpaolo (più 1,19% a 15 euro in Borsa) si è quindi inserito ufficialmente nel risiko finora incentrato sulle avance di Banca Intesa verso Capitalia e sulla freddezza dall’ad Matteo Arpe. In alternativa Ca’ de Sass potrebbe muovere su Mps che, malgrado la prudenza ufficiale, rimarrebbe al centro dei pensieri di Sanpaolo. Ma a cui guarda anche Unipol per creare un aggregato con un forte presidio sia bancario sia assicurativo: ieri Rocca Salimbeni ha smentito qualsiasi progetto.
Ecco perché, sebbene lo scorso marzo l’amministratore delegato Alfonso Iozzo avesse detto di considerare un’aggregazione con Capitalia una delle «ipotesi» sul tavolo, l’eventuale definizione dell’asse Milano-Roma rimane centrale per collocare gli altri tasselli del riassetto. Le sinergie industriali ci sarebbero ma, oltre all’orientamento di Abn Amro, molto dipenderà dagli equilibri interni in Via Minghetti tra lo stesso Arpe e il presidente Cesare Geronzi.
In attesa di completare l’agognato salto dimensionale, Torino continua a ricucire lo strappo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze sull’esercizio di alcune opzioni di acquisto che permetterebbero al gruppo di «ritirare» un altro 10,7%, accrescendo il peso nella cassa toscana.

L’arbitrato dovrebbe concludersi a cavallo tra settembre e ottobre ma, dopo alcune evidenti tensioni, il clima tra le due parti sembra migliorato. Se da un lato Sanpaolo non mostra infatti alcuna mira bellicosa, dall’altro a Firenze potrebbe essere considerato opportuno coinvolgere nel patto di sindacato un socio industriale.

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