Sanremo, il Comune che perde i pezzi per poter governare

Sanremo, il Comune che perde i pezzi per poter governare

da Sanremo

Se un consigliere comunale non può essere presente ad una seduta è obbligato a dimettersi per far passare le pratiche. È arrivata a questi punti l'amministrazione comunale di Sanremo, guidata dal sindaco Claudio Borea, sempre alle prese con una maggioranza di 16 voti su 31, composta dal Pd e da alcuni indipendenti, e un ritardo cronico nell'affrontare le pratiche. L'ultimo esempio si è registrato ieri quando il consigliere Piergiorgio Falcioni ha rassegnato le dimissioni, rinunciando così al proprio ruolo pubblico, solo per permettere l'approvazione del bilancio di previsione mercoledì prossimo. Quel giorno Falcioni sarà infatti a Roma per impegni di famiglia, per seguire un esame di Stato del figlio, facendo così mancare la maggioranza ed addirittura il numero legale. Il consiglio, che prevede appunto la discussione del documento più importante per un Comune ovvero il bilancio di previsione, non può essere rimandato perché già alla scadenza.
Il documento deve infatti essere approvato entro il 31 magio come richiesto anche dal settore finanze del comune. «Ho preso tale decisione, seppur con dispiacere, con il chiaro intento di non creare difficoltà di alcun genere all'amministrazione comunale - ha ammesso Falcioni - in una fase così delicata come quella dell'approvazione del bilancio».
Salvo sorprese mercoledì non ci dovrebbero quindi essere problemi per Borea, anche se questo nuovo episodio testimonia la fragilità del quadro politico sanremese. «Ringrazio Falcioni per il contributo che ha saputo dare in questi anni e per il senso di responsabilità dimostrata» ha commentato il sindaco. Altre volte l'amministrazione era stata obbligata a far tornare i propri consiglieri dalle ferie, in un'occasione addirittura dall'estero, per non vedersi senza maggioranza. «Non c'è limite - ha commentato il coordinatore provinciale di Forza Italia Maurizio Zoccarato - Borea ormai ricorre ad ogni mezzo pur di rimanere incollato alla poltrona, naviga a vista non rendendosi conto che questa continua instabilità e insicurezza ha messo in ginocchio la città».


Le tensioni interne si sono evidenziate anche in occasione della discussione sul piano di impresa del Casinò, affrontata ad inizio settimana, quando Borea ha di fatto criticato il documento redatto dal cda della casa da gioco da lui stesso nominato.

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