Cronache

Santa Margherita, i campi da tennis in rovina agibili solo quando non giocherà più nessuno

Un ordine del giorno subito, all'unanimità, per mantenere la destinazione sanitaria dell'ospedale e sollecitare la Regione a rispettare i patti per la riconversione. Si è aperto sull'urgenza, ieri, il consiglio comunale di Santa Margherita Ligure, ancora ad alzare la guardia su una faccenda che «pattina» da tempo sul latitare delle risposte di ASL 4 e Regione. Tutti compatti, ma per poco. Che, prima che il bilancio di previsione fagociti il consesso e l'apertura dei campi da tennis incendi la discussione, rimbalza subito una mozione di sentimenti a firma Bottino, Balsi, Chiarelli, Pastine e Marsano sulla farmacia e il ricorso contro la sua alienazione al TAR, che su un punto dà ragione ai ricorrenti bloccando la pratica. Ma il sindaco De Marchi non ha dubbi, blinda derive di sorta e legge la deliberazione fresca di giunta: «Andiamo avanti-ribadisce-I proventi dell'alienazione sono destinati a finanziare i 19 alloggi di edilizia convenzionata. Consapevoli dell'obiettivo, riteniamo che il ricorso al Consiglio di Stato sia la dimostrazione dell'agire nell'interesse della comunità». Si passa alla riapertura del complesso dei campi da tennis, in condizioni fatiscenti, di proprietà della Regione, «che-informa il sindaco-ha deliberato la concessione a noi della struttura da giugno a dicembre 2011. Ad oggi siamo a proporre l'accettazione della convenzione e l'affidamento della gestione ad un'associazione sportiva. Sperando di riaprire entro il 15 di luglio».
Bottino chiede lumi sui tipi d'intervento, è scettico sull'investimento che dovrà sostenere il gestore a fronte di scadenza al 31 dicembre (con proroga di sei mesi) e propone di dirottare parte di fondi destinati, ad esempio, alla Notte Bianca per rifare l'impianto elettrico garantendo la messa in sicurezza. La consigliera Pastine dubita su come si rimetterà a norma la struttura in così breve tempo. De Marchi puntualizza che i tempi li ha dettati il contenzioso della Regione col passato gestore: «Nessuna responsabilità dell'amministrazione; l'interesse è che l'impianto torni fruibile al più presto. I discorsi fatti mi riportano al Shakespeare del Giulio Cesare in cui Marco Antonio tesse le lodi di Bruto per poi indicarlo alla lapidazione del popolo. Proprio la minimalizzazione dell'intervento può agevolare la gestione». E l'assessore Raggi chiude: «Se la proposta non fosse sostenibile, nessuno parteciperebbe all'affidamento della gestione». La pratica passa all'unanimità con l'ordine del giorno che, in caso di alienazione del complesso, il Comune abbia la prelazione e la Regione, a chiudere il cerchio, dirotti il denaro sulla riconversione dell'ospedale.

Il resto è bilancio di previsione che cuba a 25 milioni di euro.

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