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Santamaria torna al suo primo amore: il teatro

Alle prese con il suo primo monologo teatrale, Claudio Santamaria sale sul palco del Piccolo Eliseo con un testo complesso e simbolico come La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès, uno degli autori più importanti del ventesimo secolo. Per la regia del colombiano Juan Diego Puerta Lopez, lo spettacolo, un intenso soliloquio immerso in un mondo notturno e nebbioso, andrà in scena dal 9 al 28 marzo.
A vent’anni dalla scomparsa dell’autore, la pièce rappresentata per la prima volta al Festival Off di Avignone del 1977 si mostra in tutta la sua attualità grazie alla nuova traduzione di Luca Scarlini, non soltanto grande esperto di Koltès, ma anche amico del fratello del drammaturgo che ha fornito informazioni e precisazioni utili a gettare nuova luce sul significato del testo.
Se le precedenti traduzioni de La nuit juste avant les forêts ponevano l’accento sugli elementi sessuali dell’opera, volgarizzandoli ed accentuandoli, questa nuova interpretazione lascia emergere quell’aspetto politico che era finora rimasto all’ombra di una lettura che calcava la mano su un aspetto omosessuale «che non c’è assolutamente» secondo Santamaria, che al progetto ha partecipato direttamente insieme col regista.
Il grande schermo ci ha offerto ormai numerose volte la possibilità di ammirare tutti i registri di cui è capace Claudio Santamaria (romano, classe 1974): dai ruoli leggero de L’ultimo bacio e del suo sequel Baciami ancora entrambi firmati da Gabriele Muccino (il secondo dei quali ancora presente nelle sale cinematografiche della capitale), a quelli più noir di Almost blue di Alex Infascelli e di Romanzo criminale di Michele Placido. Quest’ultimo lavoro è valso al giovane attore romano il Nastro d’Argento come miglior interprete protagonista (e pensare che non superò il provino per entrare all’Accademia d'Arte Drammatica). Anche in tv è riuscito a centrare il bersaglio con l’ammirevole interpretazione di Rino Gaetano nello sceneggiato che ripercorreva la breve e intensa vita del cantautore.
Sebbene lui si dica «appagato e pagato» dal grande schermo, la performance live resta la sua prima e mai sopita passione. Soprattutto quando il teatro gli offre la possibilità di misurarsi con un testo come La notte prima della foresta, «che permette di andare a toccare tutte le corde di un attore e di tenderle fino all’estremo» spiega lo stesso Santamaria. «Questo è un testo che deve necessariamente nascere durante le prove, un continuo work in progress in cui nulla può essere stabilito all’inizio».
A partire dalla messa in scena, perché se è vero che il testo offre alcuni riferimenti, anche se vaghi (sappiamo che è notte, che l'azione si svolge all'angolo di una strada e che piove), alla sua prima rappresentazione Koltès stesso piazzò l’attore seduto a un tavolino, e da lì non lo fece muovere.

Questa volta, Puerta Lopez ha scelto un’interpretazione non naturalistica, un non-luogo simbolico in cui nulla accade, perché l’unico filo conduttore è rappresentato dalle emozioni incarnate da Claudio «attore che ho scelto non solo per il talento, ma soprattutto per la disponibilità umana a intraprendere la ricerca necessaria per entrare in questo personaggio» aggiunge il regista e coreografo colombiano. A sottolineare queste emozioni, sul palco del Piccolo Eliseo ci saranno la musica originale di Giuliano Sangiorgi e il sassofono di Raffaele Casarano.

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