Roberto Fabbri
Una finta bara bruciata davanti al monumento ad Allende, la ministra della Difesa presa a male parole e costretta a uscire dalla chiesa da una porta secondaria, un nipote dellex dittatore (ufficiale dellesercito cileno) che tesse lelogio del nonno più scomodo del Paese al termine della cerimonia funebre tenuta presso la Scuola militare di Santiago. Sono state queste le punte massime della tensione raggiunte ieri durante i funerali di Augusto Pinochet, ed è il caso di dire che poteva andare molto peggio. I disordini di piazza del giorno prima, i cinquanta feriti e i cento arresti eseguiti dalla polizia facevano presagire una giornata molto difficile per il Cile.
Sembra invece che lappello della presidente della Repubblica Michelle Bachelet alla riconciliazione sia stato ascoltato, almeno per il giorno delle esequie delluomo il cui atto di forza del 1973 ha pesantemente condizionato la storia del Paese sudamericano per decenni, determinando profonde divisioni che perdurano ancora oggi. Destra e sinistra non si amano da nessuna parte nel mondo, ma in Cile il solco è particolarmente profondo. Così si sono presentati in sessantamila a rendere omaggio alla salma di Pinochet, e pur di esserci tanti hanno resistito in fila per tutta la notte.
Molte di queste persone erano estremisti di destra e non hanno perso loccasione per esibirsi nel saluto fascista, ma tante altre avevano diverse ragioni per voler esprimere gratitudine a un uomo che si è macchiato di migliaia di omicidi. «Sono una dei tanti che qui in Cile non dimenticano - ha detto per esempio Gloria Guerra, uninfermiera di 52 anni in attesa dellinizio della celebrazione dei funerali nella chiesa dellaccademia militare di Santiago -. Io ricordo bene il caos che cera in questo Paese. Non cera cibo, i trasporti erano bloccati, si viveva nel disordine totale».
Dallaltra parte si sono contati quindicimila partecipanti a un corteo che ha puntato verso la Plaza Italia per manifestare contro la dittatura di Pinochet e gridare slogan a favore dellex presidente Salvador Allende: sullo striscione che apriva il corteo cera scritto «Il tiranno è morto, viva Allende».
In nessun caso si sono registrati atti di violenza. Certamente però non si è trovata a suo agio Vivianne Blanlot, ministro della Difesa, tra i settemila che si sono pigiati dentro e fuori la chiesa dellaccademia militare di Santiago per i funerali di Pinochet. Al suo arrivo la rappresentante del governo di centrosinistra, che ha partecipato al rito funebre contro la volontà dei familiari dellex dittatore, è stata impietosamente fischiata. Si è seduta in prima fila, ma latmosfera nella chiesa era carica di tensione, molti gridavano «vattene!» e quando un uomo si è staccato dalla folla e ha fatto per avvicinarsi alla ministra con fare alterato, la signora Blanlot ha ritenuto opportuno allontanarsi, uscendo da una porta secondaria con la sua scorta.
Al termine della funzione, cui ha partecipato il comandante dellesercito, generale Oscar Izurieta, il feretro è stato caricato su un elicottero che ha raggiunto la città di Valparaìso. Come chiesto dallo stesso Pinochet, la salma sarà cremata e i resti seppelliti nel cimitero di Parque del Mar, nella località di Concon.