RomaLa guerra di Michele continua. Dopo la prima stoccata inferta al direttore generale della Rai, Mauro Masi, Santoro affila le armi in vista della seconda puntata. E intanto spara attraverso il sito di Annozero un paio di colpi di copertura per affrontare più corazzato la messa in onda prevista per giovedì.
Per domani è fissato il consiglio damministrazione che prevede la partecipazione di un Masi ragionevolmente furioso dopo il «vaffaunbicchiere» in diretta indirizzatogli da Santoro nella prima puntata.
E il conduttore che fa? Pubblica sul sito della sua trasmissione prima di tutto la copia del suo Cud del 2010, ovvero la dichiarazione dei redditi pari a 662.000 euro lordi. Subito dopo, in forma integrale, il suo intervento in apertura della prima puntata, quello incriminato dove manda a quel paese il dg.
Il conduttore si rivolge direttamente al ministro, Renato Brunetta, primo fautore della trasparenza assoluta per quanto riguarda la spesa pubblica.
«Caro ministro - scrive sul sito Santoro - questa è la copia del mio Cud 2010, dal quale risultano un reddito lordo di 662.000 euro e tasse e contributi per la metà. Aspetto che Lei coroni la sua battaglia moralizzatrice, ottenendo la pubblicazione di quanto abbiano effettivamente percepito lo scorso anno, i principali dirigenti, conduttori e collaboratori dellAzienda».
Così Santoro fa una bella figura perché svela i suoi guadagni e allo stesso tempo sfida i vertici Rai: adesso vediamo se avete il coraggio di tirare fuori il vostro di stipendio. Insomma Santoro attua la strategia della distrazione: butta una bomba, sperando che scoppi il caos mentre lui si gode lo spettacolo. Certamente sarà inevitabile che domani il consiglio damministrazione affronti anche la sua provocazione.
Intanto però a Santoro replica a tono il ministro Brunetta. Prima con una lunga premessa in cui ricorda tutti i risultati raggiunti con la sua amministrazione grazie allOperazione trasparenza. Il ministro sottolinea la pubblicazione di tutti i dati che riguardano non soltanto la sua retribuzione ma anche quella di tutti i suoi collaboratori. Obbligo esteso a tutte le amministrazioni pubbliche e già adempiuto, evidenzia, da oltre 133mila dirigenti.
Ora tocca alla Rai che dovrà pubblicare nei titoli di coda i compensi dei conduttori, degli ospiti e degli opinionisti, prosegue Brunetta, che in conclusione però non tralascia di infliggere a sua volta una bella stoccata al giornalista, in cauda venenum.
Liniziativa di Santoro viene definita «encomiabile» da Brunetta che però poi precisa come in realtà non risponda «pienamente a quanto previsto dal Parlamento» che impone ai conduttori di rendere pubblici «i compensi percepiti a qualsiasi titolo, sia diretti sia indiretti». Insomma come a dire che potrebbe esserci dellaltro, magari anche per Santoro.
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