Santoro riaccende il nucleare per dare un’altra spallata al Cav

Attenti a quei due. Anzi, a quel duo. Michele Santoro e Adriano Celentano. Si affacciano al davanzale della tv e dagli schermi di Annozero arringano gli italiani. L’occasione è troppo ghiotta: dopo le amministrative, trasformate in un bagno di sangue per il centrodestra, ecco i referendum, rianimati a sorpresa dalla Cassazione. Il 12 e il 13 giugno si voterà per i quattro fatidici quesiti, a cominciare dal nucleare. Il partito degli anti si rimette in moto e si fa format: è l’ora della spallata. Il momento giusto per provarci, per dare il colpo del ko al governo Berlusconi. I De Magistris e i Pisapia sono l’antipasto, la rivoluzione arancione è solo all’inizio, ora l’atto secondo passa per le urne di metà giugno e per il programma di Santoro. Santoro più Celentano che al telefono con Santoro aveva infierito su Letizia Moratti: «Attaccando Pisapia Letizia Moratti ha estratto una pistola e si è sparata da sola e non si vota una che si è sparata da sola». Un endorsement perfetto.
«Il partito di Santoro» l’ha chiamato Luca Ricolfi sulla Stampa, incoronandolo come il vero vincitore della tornata elettorale appena conclusa. Il partito della «protesta», sempre parola di Ricolfi, «fatta di populismo, idealismo, romanticismo anti-economico». Per il premier Annozero è «una trasmissione micidiale che ha dato una visione distorta della realtà». E puntualmente Santoro inizia la trasmissione rivolgendosi a lui: «Presidente Berlusconi, non le pare di esagerare dicendo che ha perso le elezioni per Annozero?». Ironizza il teleconduttore che gioca a sottovalutarsi: «Altrimenti dovremmo pensare che una vignetta di Vauro è una bomba atomica e un editoriale, che so, di Minzolini è una fetecchia». Non è così. Non è proprio così: «I giornalisti non determinano i risultati ma interpretano i segni dei tempi». Un’immagine per introdurre finalmente l’asso della puntata: Adriano Celentano. Un Celentano di repertorio, ma sempre con gli stessi temi di oggi sulla bocca: il no al nucleare. Un Celentano sempre più sarcastico: «Dobbiamo recuperare il tempo perduto, perchè altrimenti i francesi che sono pieni centrali muoiono prima».
Un attimo dopo, le telecamere di Annozero scrutano il sarcofago di Chernobyl, con le crepe nel cemento paurosamente in evidenza. Santoro ha già ridicolizzato il comunicato dell’Agcom che lo censura per la puntata del 26 maggio, ripetendo pedissequamente una selva di numeri e riferimenti a questa e a quella legge del tutto incomprensibili. La corsa ai referendum passa per Chernobyl e per l’ospedale pediatrico di Kiev. Immagini raccapriccianti di bambini malati. Aggrediti da tumori devastanti. Una sorta di Cottolengo dell’atomo. Difficile per Chicco Testa e Daniela Santanchè argomentare in uno studio saturo di emozioni. Il dibattito riprende, ma alle 21.46 da Milano è Sandro Ruotolo a chiedere la parola per annunciare il grande evento: «È arrivato Adriano». Il Molleggiato entra negli studi in cui sta lavorando a un progetto per Sky. Ma l’Adriano nazionale, per il momento, tace. Tocca a Marco Travaglio: «I giureconsulti di Arcore fingono di abrogare il nucleare, in realtà lo rinviano solo di un anno». E ancora: «Se si arriva al quorum passa anche il legittimo impedimento». Insomma, crolla tutta l’imbragatura che sostiene Berlusconi.
E allora è il momento buono per la predica celentaniana: «È una questione di vita o di morte. Non possiamo assolutamente permetterci di non raggiungere il quorum. Attenzione.

Altrimenti il quorum ce lo fanno loro. Dobbiamo approfittare della dolce ebrezza del cambiamento: Pisapia e De Magistris saranno i sindaci della svolta. De Magistris, per esempio addestrerà i napoletani alla grande battaglia per rifiuti».

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