Nuove, più dure sanzioni in vista per lIran a causa del suo inquietante programma nucleare; e il presidente della Repubblica islamica Ahmadinejad recupera per loccasione dal suo repertorio i termini più minacciosi e sprezzanti: applicatele e poi vedrete, è solo carta straccia. E intanto il ministro degli Esteri Mottaki, che mercoledì ha incontrato a Roma il collega italiano DAlema e il presidente del Consiglio Prodi, sostiene che questultimo avrebbe ribadito il suo sostegno al legittimo diritto dellIran alluso pacifico dellenergia nucleare.
La collera di Ahmadinejad è stata innescata dalla proposta di una nuova risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite presentata di comune accordo dal cosiddetto gruppo «5+1», composto dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) e dalla Germania. La proposta, che formalmente sarà messa in discussione dai Quindici (dei quali fa parte anche lItalia) a partire da mercoledì prossimo, prevede i seguenti punti: blocco totale delle esportazioni di armi iraniane; ampliamento della lista delle personalità e delle organizzazioni i cui beni devono essere congelati considerati i loro legami con le attività nucleari dellIran; blocco dellassistenza finanziaria allIran con lesclusione di motivazioni umanitarie.
Più nel dettaglio, allIran verrebbero nuovamente dati 60 giorni (era già accaduto lo scorso 23 dicembre, mentre il 31 luglio 2006 ne erano stati concessi trenta: sempre e comunque disattesi da Teheran) per sospendere le attività di arricchimento delluranio, con incarico allAgenzia atomica internazionale (Aiea) di verificare il rispetto della scadenza.
Viene precisato che le sanzioni saranno sospese se Teheran adempirà a quanto richiesto, mentre in caso contrario è prevista ladozione di altre e più dure misure.
Ma come si anticipava, la reazione iraniana è stata di totale chiusura. Il presidente Mahmud Ahmadinejad si è scagliato contro il Consiglio di Sicurezza, sostenendo che «non ha alcuna legittimità» e che «non ha altro ruolo se non quello di calpestare i diritti delle nazioni». Qualsiasi documento esca dal Consiglio di Sicurezza, ha sostenuto il collerico capo dello Stato iraniano, non sarà altro che «un pezzo di carta straccia». Ahmadinejad parlava come suo solito a un comizio in una città di provincia e si è rivolto retoricamente alle potenze occidentali: «Avete già adottato sanzioni contro di noi e siamo diventati un Paese nucleare. Ora provate ad approvare sanzioni economiche e vedrete quale sarà il prossimo passo».
In visita a Roma, il ministro degli Esteri iraniano Mottaki ha ribadito «lirreversibilità del programma nucleare» del suo Paese, e dopo il suo incontro di unora con Prodi e DAlema lagenzia di stampa ufficiale di Teheran ha riferito che Mottaki ha elogiato lItalia per il «ruolo costruttivo» svolto sulla questione nucleare iraniana e sostenuto che Prodi avrebbe ribadito il suo sostegno al legittimo diritto dellIran alluso pacifico dellenergia nucleare, auspicando una soluzione diplomatica della crisi.
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