Economia

Sapelli: «Compriamoci Endesa»

Paolo Giovanelli

da Milano

Un progetto, anzi due progetti, poi una proposta, e infine una «follia»: Giulio Sapelli, presidente dell’utility modenese Meta che entro fine novembre si fonderà con la romagnola Hera, pensa già al futuro dell’aggregazione. Anche se, a dire il vero, sulla prosecuzione della sua presenza nel nuovo gruppo ci sono dubbi: ufficialmente è candidato alla vicepresidenza, ma i giornali locali dell’area emiliano-romagnola sostengono che ambienti modenesi della Margherita hanno avanzato un loro candidato «politico». Il fantasioso ma interessante manuale Cencelli al lambrusco, assegna infatti a Sapelli la sponsorizzazione dell’ex ministro Bersani, al presidente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano, quella di D’Alema, all’ad Maurizio Chiarini, quella di Cofferati. Così l’ala destra dell’Unione vuole la sua fetta. E, dicono, Sapelli alla lunga potrebbe seccarsi di queste voci, rifiutare le alternative proposte, e mandare tutti al diavolo.
Il «professore» non ne vuol sapere di parlare di questi argomenti e preferisce lanciarsi nei suoi progetti e in quella che lui stesso definisce «la follia del professor Sapelli, ma - aggiunge - è una lucida follia. Bisogna stabilizzare la fusione Hera-Meta, dobbiamo stare tranquilli per un paio d’anni per rafforzarla, ma bisogna anche cominciare a pensare a quell’80% di Endesa Italia che potrebbe passare di mano con l’Opa che Gas Natural ha lanciato sulla capogruppo spagnola Endesa (il restante 20% della controllata italiana è in mano ad Asm Brescia, ndr). Io dico che se ci mettessimo con Acea e con Aem Torino, se le banche ci dessero una mano, si potrebbe fare. Meta è senza debiti, Hera è a livello fisiologico, il leverage che ne potrebbe risultare sarebbe interessante. E a quel punto, con gli alleati potrebbe nascere un gruppo veramente importante nella Pianura padana e in Centro Italia che potrebbe abbassare le tariffe e creare valore per gli azionisti privati e gli enti locali».
Ma lei ci crede? Piuttosto, perché non pensate ad allearvi con Asm Brescia?
«Endesa è un sogno visionario, certo che se si realizzasse... Quanto ad Asm io potrei forse suggerire al mio amico Renzo Capra (presidente e ad di Asm, ndr) che dovrebbe andare con Verona, con cui ha già delle centrali in comune, perché i veronesi non si metteranno mai con i “rossi” dell’Emilia Romagna. Poi fra qualche anno si potrà pensare a un’aggregazione di Brescia-Verona con Hera».
Professore, su sogni visionari e consigli agli amici siamo a posto. Progetti?
«Due, importanti. Nel piano industriale è previsto l’acquisto di centrali: per noi è strategico crescere nella produzione. Il secondo progetto riguarda Modena, dove sarà creata la divisione di ingegneristica: vogliamo fare di Modena il polo internazionale nella gestione degli impianti sfruttando le sinergie con l’Università. È un progetto importante che può creare valore per tutto il gruppo, un punto di forza».

Secondo indiscrezioni, Hera-Meta punterebbe a due centrali Eni, costruite recentemente, che il gruppo petrolifero giudica non strategiche.

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