"Saponetta" Green rovina la prima mondiale di Capello

Inghilterra fermata. Il portiere del West Ham regala il pareggio agli Usa. La squadra non funziona ancora. Non basta un unico lampo di Gerrard

"Saponetta" Green rovina la prima mondiale di Capello

Se hai un bull dog puoi anche mettere paura all’avversario. Se hai una papera l’avversario ne approfitta. Steve Gerrard ha fatto il suo dopo duecentoventi secondi di partita, lo chiamano bull dog, sarebbe il cane toro ma noi non traduciamo per decenza. Un tocco di esterno destro, dopo una combinazione a tre Lampard-Rooney-Heskey. Sembrava l’inizio di una passeggiata, Fabio Capello a bordo campo comunque ha continuato a essere nervoso e ipermascellato. Gli yankee non si sono sdraiati, anzi hanno preso in mano il gioco smascherando le lacune inglesi e gli errori di scelta di Fab-olous. Quel Milner a sinistra era una ciofeca e dopo una serie di disastri è stato messo fuori squadra per far posto a una punta come Wright Philips più autoritario e autorevole. Ma il guaio lo ha combinato la papera, al secolo Robert Green, verde di cognome, di maglia e di faccia dopo uno strafalcione clamoroso che ha permesso a Demsey di portare gli Stati Uniti al pareggio. Non si conoscono bene i motivi che hanno spinto Capello a scegliere il ragazzo del West Ham tra i pali. Green è un portiere senza personalità, ha qualche numero atletico, buona reattività ma non è mai tranquillo e, soprattutto, non trasmette tranquillità ai suoi sodali di difesa. Quando è andato ad accularsi per raccogliere la palla calciata da Dempsey, venti metri dalla porta, si è visto come la sua postura fosse perfetta in linea teorica ma mancasse della necessaria determinazione che è l’handicap del portierino. La faccia di Capello nulla era in confronto a quella di Stuart Pearce detto Psycho, gli occhi sbarrati, la bocca appena aperta per la smorfia, idem come sopra per David Beckham che deve aver pensato a una lontana parentela tra Green e Dida, sua conoscenza milanista che fu. Mister Verde era già entrato nell’almanacco inglese per essere stato espulso, primo portiere della storia made in England, nella partita di qualificazione contro l’Ucraina. Altre novità?
È un guaio grosso quello inglese, la sua storia ha avuto special one, nel senso di grandi numeri 1, se cito Banks o Shilton basta e avanza, ma negli ultimi anni la crisi ha raffreddato i guanti e le mani a tutti i prescelti in nazionale. Resterebbe David James che va ai quaranta il prossimo primo di agosto ma garantisce un rendimento superiore, di sicuro, a Green. Qualcosa dovrà pur aver detto il campionato disastroso del West Ham che ha portato anche all’esonero di Zola. E qualcosa dovrà fare Franco Tancredi che è venuto dall’Italia per dare lezioni.
Poi si sono messi anche le ginocchia fragili di King il quale sarebbe anche uno dei migliori difensori inglesi se non avesse, dalla nascita, quel limite fisico decisivo per un professionista. King è uscito per far posto a Carragher che si è fatto ammonire frenando dunque la propria prestazione, il gioco inglese è rimasto gelatinoso, il bull dog è diventato un barboncino, Rooney ha provato da solo a rompere il tulle che avvolgeva i compagni, mentre la nazionale di Bradley ha atteso per ripartire veloce, arrivare prima su tutti i tackle e quando si è presentata dalle parti di mister Verde, gli inglesi sono entrati in fibrillazione.

Altidore ha provato il 2 a 1, Green ha messo i suoi palmi di burro, il pallone è carambolato sul palo e qualcuno l’ha giudicato un intervento decisivo!
Come hanno detto i commentatori inglesi un punto non è poi la fine del mondo. Barack Obama e Cameron, riuniti a Washington per discutere sulla marea nera, confermano, quelli della British Petroleum stanno peggio, molto peggio di Fabio Capello. Forse.

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