Michele Anselmi
da Roma
La Lupa che ulula alla luna (è il manifesto della veltroniana Festa del cinema) fa sapere con largo anticipo tramite Ansa: sarà Nicole Kidman, col nuovo Fur concesso in anteprima mondiale, ad aprire le danze il 13 ottobre allAuditorium della musica. Non che al Lido siano rimasti troppo sorpresi: «Che la Kidman andasse a Roma lo sapevamo da febbraio», rivela uno dei selezionatori veneziani. E però leffetto mediatico è garantito. A tre giorni dallapertura della 63ª Mostra, la Festa snocciola una serie di anticipazioni in modo da riprendersi la ribalta. La faccenda va avanti da giugno, in uno stillicidio di comunicati e conferenze stampa (Roma annuncia Connery e Muti, Venezia risponde con la Deneuve e Lynch...), e vedrete che da qui al 26 settembre, giorno della conferenza stampa ufficiale, ne sentiremo delle belle.
«Francamente non vedo dove sia lo scandalo», sdrammatizza Mario Sesti, uno dei quattro direttori della rassegna capitolina. «Molti titoli erano già di dominio pubblico, in più, essendo conclusa la trattativa, alcuni dei diretti interessati spingevano perché fossero resi noti. Tutto qui. Adesso aspettiamo che Venezia si compia, poi ricominceremo ad alimentare la nostra comunicazione. Avere due festival è un vantaggio per tutti e due». Già, e però la guerra (freddina) dei comunicati sembra rafforzare limpressione che la tregua siglata da Bettini e Croff sotto lala protettrice del ministro Rutelli sia fragile cosa. Tanto che dal Lido si ribatte ironicamente: «Le anticipazioni di oggi? Un modo per ricordare che la Festa esiste, per non essere cancellati fino al 10 settembre».
Allora vediamole, queste anticipazioni. Diretto dallamericano Steven Shainberg, Fur ricostruisce, a cavallo fra biografia e fantasia, lintensa vicenda umana/artistica della fotografa Diane Arbus. Come sapete, la Arbus scandalizzò i benpensanti, negli anni Sessanta, ritraendo nani, travestiti, barboni, malati di mente. Il film, ispirato al libro di Patricia Boshworth, si concentra sulla ribellione che porterà la fotografa americana di origine russa ad abbandonare lambiente borghese da cui proveniva (i suoi erano facoltosi pellicciai, da qui il titolo) per seguire lamato/enigmatico Lionel nel mondo dei cosiddetti freaks. Fa sapere lattrice australiana: «Amo lItalia, per questo sono particolarmente orgogliosa di tenere a battesimo questa importante manifestazione». E va bene. Più buffo il comunicato ufficiale della Nexo, distributrice del film, dove la Festa diventa «quello che si ritiene diventerà un appuntamento fondamentale del cinema internazionale». Si ritiene?
Confermata la presenza di N. Io e Napoleone, latteso film di Paolo Virzì, anchesso in anteprima assoluta nella sezione Prémière. Cast prestigioso, con Daniel Auteuil nei panni del Grande Corso durante lesilio allElba, nel 1814, prima della spettacolare rentrée, Elio Germano in quelli di un giovane bibliotecario antinapoleonico che si fa assumere per uccidere il tiranno e invece ne resterà soggiogato e Monica Bellucci in quelli della baronessa Emilia, un po «burina» ma molto sensuale. Nella stessa sezione anche The Namesake, nuovo film della regista Mira Nair: tratto dal libro del premio Pulitzer Jhumpa Lahiri, il film descrive le traversie di una famiglia indiana che si trasferisce da Calcutta a New York, provando a integrarsi nel nuovo mondo senza dimenticare il vecchio. Più scarne le anticipazioni sul concorso, sedici titoli sottoposti alla giuria popolare presieduta da Ettore Scola. Ufficiale, per ora, la presenza di A casa nostra di Francesca Comencini con Valeria Golino e Luca Zingaretti (in un primo tempo dato per certo al Lido, poi rispedito al mittente tra qualche malumore) e di Giardini in autunno di Otar Iosseliani con Michel Piccoli e Pascal Vincent. Sicuro il debutto, nella sezione Extra, del sofferto Fascisti su Marte di Corrado Guzzanti: trattasi di satira fantascientifica su unimmaginaria astronave littoria pronta a conquistare il pianeta rosso. Fra le curiosità, il documentario Air Guitar Nation, dedicato a quel bizzarro festival in cui si cimentano finti chitarristi rock: vince chi fa le «mosse» migliori. Sul fronte della «bottega del cinema», Stefano Della Casa col suo Uomini forti intervista diversi culturisti prestati al cinema: un modo per ripercorre le tappe della produzione popolare dei film mitologici prima dellera Schwarzenegger.
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