RomaIl 2010 sarà lanno della ripresa in Europa, ma sarà a più velocità (multi-speed, la definisce il Fondo monetario internazionale). «La ripresa è in atto anche se non robusta, e tuttavia la situazione sta migliorando. La crisi che ha colpito i Paesi europei nel 2008 non aveva precedenti - spiega il direttore del dipartimento europeo del Fmi, Marck Belka - ma possiamo dire con certezza che il 2010 non assomiglierà affatto al 2009». Per lItalia, le ultime stime sono quelle della Commissione europea, con una crescita del Pil dello 0,7% questanno e dell1,4% nel 2011. Ma alcuni economisti pensano che il rimbalzo 2010 delleconomia italiana possa essere di entità superiore. Secondo Alberto Quadrio Curzio, professore di economia politica alla Cattolica di Milano, «la crescita potrebbe superare l1%, oltre la media Ue, e nel contempo - aggiunge - il tasso di disoccupazione non sfonderà il 9%».
La previsione di una crescita economica superiore all1% non è frutto di ottimismo: già lOcse, nellanalizzare gli indicatori di ottobre, ha parlato di una ripresa più forte in Canada, Francia, Italia, Germania e Regno Unito. In Italia, il composite leading indicators dellOcse è cresciuto in ottobre di 1,1 punti, 12,5 punti più elevato di dodici mesi prima. «La nostra finanza pubblica - spiega ancora Quadrio Curzio - è sotto controllo, e anche nel 2010 il deficit sarà inferiore alla media di Eurolandia, mentre il rapporto molto elevato tra debito e Pil non è un fatto nuovo». Anche il tasso di disoccupazione, osserva leconomista, dovrebbe risultare più basso della media europea.
Secondo uno studio della Deloitte, una delle principali società di consulenza, «larea delleuro sta mettendo in opera un recupero sorprendente», e ci sono tutte le premesse per «unespansione solida, fortemente caratterizzata dalle esportazioni». Per quanto riguarda il nostro Paese, dice lamministratore delegato di Deloitte consultig Italia, Pierluigi Brienza, «un segnale positivo è laumento delle imprese che chiedono consulenze strategiche proiettate nel futuro». Una previsione che va nella stessa direzione della ricerca Unioncamere sulla piccola e media impresa, che si aspetta dal 2010 fatturato ed export in crescita. «La ripresa è in corso - spiega leconomista Fabrizio Onida - anche se molto lenta. Gli ordini sono ripartiti, il ciclo delle scorte dà origine, in qualche modo, a una nuova ripresa della domanda».
Un quadro su cui aleggiano rischi, da una nuova bolla finanziaria (segnalata anche dal ministro dellEconomia, Giulio Tremonti) allandamento dei prezzi petroliferi. «Il peggio è passato - aggiunge Giacomo Vaciago, docente di economia monetaria - ma il meglio lavrà solo chi se lo merita, si rimbocca le maniche e costruisce per il dopo crisi. Il 2010 sarà un anno molto impegnativo. Temo - aggiunge - che, mentre alcune imprese stanno ripartendo, qualche altra chiuderà». Non manca un suggerimento: «I cinesi nel 2010 gireranno lEuropa col libretto degli assegni, e se diventiamo un Paese attraente potremmo fare affari doro».
Gli economisti sono concordi nel chiedere alla politica di fare del 2010 lanno delle riforme. «Ne abbiamo veramente bisogno - osserva Tito Boeri, professore alluniversità Bocconi - e sarei deluso se non fossero riforme di natura economica». Leconomista suggerisce di concentrare gli interventi sul mercato del lavoro, che ha reagito alla crisi espellendo i giovani, anche i più qualificati. La disoccupazione, secondo il direttore Europa del Fmi, è un indicatore lento: reagisce solo quando lattività economica si è ripresa.
«Ci aspettiamo un miglioramento nel mercato del lavoro europeo fra lultima parte del 2010 e il 2011 - commenta Belka - ma anche in questo caso ci sono forti differenze, ad esempio, tra Germania e Olanda da una parte, e Spagna e Irlanda dallaltra».
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