«Sarò in piazza, non ho paura dei fischi»

«Il premier mi ha chiesto di andare, il caso è chiuso. L’antifascismo? Non è un’esclusiva della sinistra: la Resistenza fu anche di destra»

da Roma

Ministro Rotondi, quando esponenti del centrodestra ricoprono incarichi istituzionali la partecipazione a commemorazioni come quella di Bologna diventano occasioni di polemica.
«Il presidente Berlusconi mi ha chiesto di partecipare a suo nome. L’intervento del ministro della Giustizia Alfano era un’ipotesi e la decisione spetta al presidente del Consiglio. Svolgerò l’incarico che mi è stato affidato partecipando alla rievocazione di un dramma che tuttora vivo nella mia memoria personale».
L’assessore alla sicurezza del Comune di Bologna ed ex magistrato, Libero Mancuso, l’ha definita in un’intervista «una persona sconosciuta e del tutto incolore» aggiungendo di non ritenere che «qualcuno si accollerà la fatica di fischiarlo».
«Avevo deciso di rinunciare dopo aver letto una serie di improperi e di allusioni minacciose. La mia partecipazione infatti rappresenta l’unità della politica dinanzi al dolore delle famiglie e non intende suscitare polemiche. Le lettere del sindaco Cofferati e dell’assessore Mancuso e la telefonata del sindaco hanno chiuso il caso. L’intervista non rispecchiava il senso delle parole dell’assessore».
Questo non la esenterà da eventuali contestazioni.
«Dei fischi non ho nessuna paura. Al congresso Dc dell’82 fui tra i giovani della minoranza sconfitta che fischiarono Fanfani. Lui ci redarguì dicendo: “Ragazzini, se alla vostra età, non avessi preso questi fischi dai comunisti, voi non sareste qui” e noi tacemmo. Un politico che viene da questa storia non si scandalizza se qualcuno fischia».
Le sinistre contestano la possibilità di una revisione del processo sulla strage.
«È un’ipotesi non di mia competenza né di competenza di Alfano. Non tocca al ministro rivedere le sentenze. Tali contestazioni sono fuori di luogo».
Una maggiore trasparenza informativa su episodi poco chiari della storia repubblicana può rappresentare un obiettivo del governo di centrodestra?
«Di questo parlerò nel mio intervento, ma non posso anticiparne i contenuti. La strage di Bologna è una delle giornate nere della democrazia italiana come Piazza Fontana e il caso Moro. Gli interrogativi sono infiniti e restano spesso senza risposta rendendo ancor più dolorosa la situazione di coloro che hanno perso una persona cara».
Non teme un’accoglienza simile a quella riservata al sindaco di Milano Moratti all’anniversario della Liberazione?
«Su questo tema la penso come Moratti: l’antifascismo non è un esclusiva della sinistra.

La resistenza l’hanno fatta comunisti, socialisti e democristiani, ma anche persone di destra come ha ricordato Alemanno. L’antifascismo deve essere una ragione comune degli italiani e non la bandiera di una parte sola».

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