Non è ancora cessata, dopo due giorni, l’emergenza incendi in Sardegna. Preoccupano, in particolare, i roghi scoppiati in tarda mattinata a Siliqua, in provincia di Cagliari, e nella zona di Bonorva, nel Sassarese, già duramente colpita nelle scorse 48 ore. Fiamme anche a Suni (Oristano), Trinità d'Agultu (Gallura) e nel Nuorese, in località Pedralonga, sul versante verso Orune. Tutta la flotta aerea nazionale e regionale è all'opera dalle 5 del mattino: otto canadair, undici elicotteri e un elitanker continuano a sganciare acqua, alternandosi sulle zone più a rischio. Incessante anche il lavoro delle squadre a terra, impegnate da nord a sud nelle operazioni di bonifica.
Un altro fronte ancora attivo è sul Monte Arci, nell’Oristanese, vicino al paese di Pau. L’apparato antincendio sta cercando di estinguere gli ultimi focolai prima che il maestrale possa rafforzarsi e incrementare il pericolo. Squadre del corpo forestale sono impegnate anche nella zona di Budoni, sulla costa del Nuorese. La bonifica è ovunque difficile, sia perchè gli incendi hanno percorso zone molto vaste - in due giorni, secondo una prima stima, sono bruciati circa 15.000 ettari - sia perchè le squadre stanno intervenendo in aree impervie.
Incendi dolosi I rangers della Forestale, intanto, hanno appurato che almeno dieci dei roghi scoppiati in questi giorni nell’isola e che hanno ridotto in fumo quindicimila ettari di boschi e macchia mediterranea, sono di origine dolosa: la magistratura ha aperto un’inchiesta per incendio doloso contro ignoti. Finora era un’ipotesi, ora c’è la certezza. Uno degli incendi più devastanti di giovedì scorso, in Sardegna, quello di Berchideddu, in Gallura, è stato appiccato con un innesco diretto sulla stradina di ingresso ad un agriturismo, in località Villa Contu. Lo si apprende da fonti investigative del Corpo forestale regionale. Già nelle prossime ore ci potrebbe essere una svolta: sarebbero stati infatti raccolti «elementi indiziari determinanti a carico di alcuni soggetti» sui quali si sono concentrate le indagini. Il rapporto alla Procura di Tempio Pausania con queste prime risultanze è atteso in giornata.
Danni gravissimi La prima stima dei danni, contenuta nella delibera della Regione di richiesta dello stato di calamità al governo, parla di 80 milioni di euro. Altri tre, per coprire gli interventi d’emergenza nelle aziende agropastorali colpite dal fuoco, arriveranno, tramite un emendamento della Giunta, con l’approvazione del collegato alla finanziaria, che martedì prossimo torna all’attenzione del Consiglio regionale.
«Una ferita dolorosa e profonda che tocca non solo la carne viva di chi ha perso una persona cara e di tante famiglie che vedono a rischio il proprio futuro, devasta il territorio e deturpa tante bellezze naturali, ma segna profondamente anche quella dignità e orgoglio che sono nel dna dei sardi», ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo un sopralluogo sulle zone devastata compiuto ieri assieme all’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi e al comandante del corpo forestale regionale Delfo Poddighe.
«E' una piaga che ci trasciniamo da tempo immemorabile, ma questa non è, ovviamente una consolazione e tantomeno una spiegazione che lenisce il dolore e il senso di frustrazione che si prova di fronte a questi eventi, che provocano vittime innocenti e danni incommensurabili per le comunità locali», ha aggiunto Cappellacci. «Faremo tutto ciò che serve per cercare di alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite da quest’autentico flagello».
Roghi tra Palermo e Messina Gli elicotteri del corpo forestale sono impegnati dalle 6.30 nello spegnimento di due vasti incendi divampati in nottata nelle località palermitane di Poggio Ridente e Baida, nel monrealese, in località Rocca, e a Carini, sul monte Pecoraro. I vigili del fuoco hanno operato per diverse ore per fronteggiare le fiamme, ma il forte vento e il gran caldo hanno alimentato il fuoco per cui si è reso necessario l’intervento del mezzi aerei. Bruciati ettari di macchia mediterranea e zone boschive. Un elicottero è in azione anche in provincia di Messina dove le fiamme stanno interessando una zona boschiva nel territoio comunale di Mirì San Pietro. Ancora nel palermitano, i pompieri hanno effettuato decine di interventi per spegnere roghi nel territorio di Monreale, a Terrasini e nell’hinterland palermitano.
Fiamme anche a Monopoli Sono quattro gli aerei Fireboss della Protezione civile impegnati nello spegnimento dell'incendio che divampa in una vasta zona boschiva tra Monopoli e la Selva di fasano (Brindisi). I lanci di acqua e liquido ritardante sono l'unico rimedio - si è appreso dal comando regionale pugliese del corpo forestale dello Stato - per spegnere le fiamme alimentate da un forte vento di maestrale. La zona impervia e di sottobosco interessata dal fuoco, infatti, ha ostacolato l'intervento degli uomini a terra i quali hanno potuto solo compiere un'opera di contenimento dell'incendio che non ha interessato alcun agglomerato urbano.
Continua a bruciare una parte della pineta di Quasano di Toritto dove è atteso l'arrivo di un elicottero antifuoco Ericsson. Anche qui l'intervento da terra, a causa dell'impraticabilità dei luoghi, si è rivelato insufficiente per spegnere il fuoco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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