Oristano - L’allevatore Giovanni Battista Pinna, noto come Titti, rapito il 19 settembre dello scorso anno a Bonorva, nel Sassarese, è libero. L’uomo è con i carabinieri che lo hanno accompagnato in ospedale a Nuoro, dove i medici stanno effettuando tutti i controlli del caso. È molto provato e stanco, ma è stato in grado di raccontare subito la sua avventura agli investigatori. Con il cellulare di un carabiniere ha chiamato subito la sorella dicendo: "Sono qui, libero". I carabinieri hanno fermato un uomo: il titolare dell’ovile-prigione, lo hanno interrogato e poi rilasciato.
Voci sul riscatto Sul possibile pagamento di un riscatto, gli inquirenti non commentano. La domanda è stata posta durante la conferenza stampa tenuta a Nuoro dal comandante regionale dell’arma, Gilberto Murgia, e da quelli provinciali di Nuoro e Sassari, colonnelli Salvatore Favarolo e Paolo Carra, ma i carabinieri non confermano né smentiscono. Le ultime indiscrezioni, filtrate ad aprile sulla stampa, parlavano di una richiesta di riscatto di un milione di euro.
La liberazione Pinna si è presentato questa mattina ai cancelli di una fabbrica che lavora pietre a Sedilo, in provincia di Oristano. Aveva ancora le catene ai polsi. "Si è presentato in cantiere questa mattina, intorno alle 8.30, dicendomi: 'Sono Titti Pinna'. A quel punto l’ho riconosciuto. Era visibilmente provato, ma in buone condizioni". Racconta Marcello Pes, il proprietario della Gmc, specializzata nella lavorazione del basalto. Il possidente era irriconoscibile, con capelli e barba lunghi e incolti, un paio di pantaloni ridotti a brandelli e una camicia lacera. Probabilmente gli stessi indumenti leggeri che indossava al momento del rapimento il 19 settembre scorso e con i quali ha dovuto affrontare la prigionia.
Il racconto L’ex ostaggio si è presentato alle 8,20 all’ingresso della cava e ha chiesto di essere aiutato. "Sono Titti Pinna, datemi da bere". Gli operai lo hanno soccorso e hanno chiamato il 112. I carabinieri che stavano effettuando una battuta nella zona sono arrivati immediatamente, mentre un elicottero dell’arma ha condotto una squadra di cacciatori di sardegna su un’ovile dal quale Pinna ha poi raccontato di essersi allontanato poco prima. "Sembrava il conte di Montecristo che ho visto al cinema - ha raccontato uno degli operai che hanno soccorso l’ex ostaggio - era sporchissimo e aveva molta sete. Ci ha detto che ha camminato poco, prima di arrivare alla cava e poi ha detto di avvisare icCarabinieri che erano già qua intorno". Il particolare rivelato dai testimoni rende probabile l’ipotesi che Pinna sia stato liberato dai sequestratori quando si sono visti circondati. La liberazione è avvenuta mentre nella zona di Sedilo era in corso una battuta dei carabinieri, con l’ausilio dello squadrone cacciatori di Sardegna, cominciata intorno alle 5 di stamane.
La prigione I carabinieri del comando provinciale di Oristano, con l’ausilio degli elicotteristi e i cacciatori di Sardegna, hanno individuato la probabile prigione di Titti Pinna. Sarebbe un ovile che si trova a poco più di 100 metri dal luogo dove il possidente è stato trovato dai carabinieri. La località, dove vi è anche una cava, era stata perlustrata negli ultimi mesi più volte. È probabile quindi che l’ostaggio vi fosse stato trasferito da poco tempo, proprio in vista della liberazione. Nell’ovile-prigione è già al lavoro un squadra del Ris per effettuare i rilievi tecnico scientifici che potrebbero fornire elementi utili per identificare i banditi.
In ospedale E' stato accompagnato prima al centro addestramento della polizia di stato di Abbasanta, dove è stato visitato da un medico che ha effettuato un elettrocardiogramma.
Dopo la visita il medico ha disposto comunque ulteriori accertamenti che saranno eseguiti nell’ospedale di Ghilarza, dove l’ex ostaggio è stato accompagnato dai carabinieri del comando provinciale di Oristano. Ora verrà trasferito all'ospedale San Francesco di Nuoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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