Sardegna, la rivolta dei sindaci «Soru ritiri la tassa sul lusso»

«Abbiamo troppe disdette». E la Ue potrebbe bocciare il balzello

Daniele Casale

da Cagliari

Ultimatum dei sindaci della Sardegna contro la tassa sul lusso voluta dalla Regione. I primi cittadini di dieci Comuni, fra cui quello di Cagliari, Alghero, Castelsardo, Castiadas, Valledoria e altri centri costieri ma non solo, ieri si sono riuniti e hanno fatto un appello al presidente della giunta isolana Renato Soru perché torni sui suoi passi, abolendo il balzello che colpisce i non residenti che possiedono yacht, jet privati e seconde case sul mare. A differenza di quanto già fatto dal Comune di Olbia, che ha avviato le pratiche di ricorso a Bruxelles contro il balzello di Soru, gli amministratori locali hanno dato sette giorni di tempo alla Regione per ritirare o ridiscutere totalmente la tassa. Dopo, se le cose rimarranno invariate, passeranno alle vie di fatto facendo partire analoghe iniziative a quelle di Olbia.
Emilio Floris, primo cittadino di Cagliari: «Facciamo un invito a Soru di riconsiderare la tassa, ma la soluzione deve arrivare in tempi brevissimi». Il sindaco di Castelsardo, Franco Cuccureddu, presidente di un consorzio che riunisce undici porti, ha annunciato che in attesa della sospensione della legge i dieci Comuni non faranno pagare le imposte sugli yacht ai diportisti: «Abbiamo tante possibilità di elusione alle quali però non vogliamo ricorrere. Ci faremo carico delle tasse che graverebbero sui nostri turisti, ai quali diciamo di venire tranquilli in Sardegna».
Qualcuno poi ha mostrato le disdette di decine e decine di vip, che con la propria barca hanno già deciso di girare al largo dalle coste sarde. Intanto, potrebbero esserci ripercussioni dell’Unione europea anche sulla vendita delle seconde case in riva al mare. Sì, perché chi possiede un immobile nell’Isola e ha intenzione di venderlo deve mettere in conto che si vedrà tassata dalla Regione il 20 per cento della differenza tra il prezzo di vendita e quello d'acquisto. Un’imposta che confliggerebbe con i principi comunitari di non discriminazione e di libera circolazione di capitali.
Il rilievo è stato mosso ieri sulle colonne de il Sole 24 ore, che ha ipotizzato l’apertura di un procedimento d’infrazione nei confronti della Regione, visto che dal prelievo del 20 per cento sulle plusvalenze delle case di vacanza (entro i tre chilometri dal mare) sono esenti coloro che risiedono fiscalmente da almeno due anni in Sardegna, chi ci è nato nell’isola e i rispettivi coniugi. Una specificazione che, sostiene il quotidiano di Confindustria, costituirebbe una discriminazione basata sul luogo di nascita e sul domicilio.
In Gallura, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi ha invitato i turisti a ribellarsi: «Chi non versa i tributi non commette alcun reato e se qualcuno prenderà la multa potrà aprire la vertenza in commissione tributaria». «Non abbiamo pagato e non lo faremo.

Se qualcuno ci obbligherà andremo via», fa sapere un gruppo di francesi ormeggiato nelle banchine del porto di Santa Teresa. Anche la direzione del porto olbiese è contraria: «La nautica rischia il collasso. Noi non possiamo fare pubblicità a una legge che minaccia i posti di lavoro», sostiene il direttore Carmine Sanna.

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