Sarà anche vero, come è vero, che il Senato in Francia conta poco e che monsieur le president può continuare a governare più o meno come prima. Però il fatto che la sinistra, per la prima volta in oltre mezzo secolo, abbia conquistato un bastione istituzionale storico del centro e della destra rimane un fatto politico rilevante. Un «rombo di tuono», come ha titolato il quotidiano conservatore Le Figaro, che dovrà essere ascoltato dagli sconfitti e in particolare dall’Ump - il partito del presidente Nicolas Sarkozy - che ha pagato a caro prezzo le sue divisioni interne, non riuscendo a far comprendere agli elettori francesi quanto superate e inadeguate alla sfida posta dalla crisi mondiale siano le ricette che propone la sinistra.
Domenica erano in palio 170 seggi senatoriali, circa la metà del totale, e i socialisti con i loro alleati ne hanno strappati ai loro avversari ben 24, invertendo così la situazione al Palazzo del Lussemburgo dove saranno maggioranza assoluta. Un successo che era stato previsto dai sondaggi, ma non in queste dimensioni. I risultati reali mostrano che l’avanzata della gauche è stata uniforme in quasi tutta la Francia, con picchi più evidenti nel Nord e nell’Ovest e addirittura un en-plein per la sinistra nei dipartimenti del Morbihan e dell’Indre-et-Loire.
Segno opposto soltanto nel dipartimento nordorientale della Moselle, l’unico nel Paese dove la maggioranza di governo ha festeggiato un rafforzamento. Tengono botta i centristi, che conservano una trentina di seggi: il loro futuro politico, segnato da forti rivalità interne, appare però incerto.
Ma quali sono le conseguenze pratiche di questo risultato inatteso? Un Senato orientato a sinistra non impedirà al presidente e al suo esecutivo di continuare a governare, ma costituirà un ostacolo quotidiano alla loro azione. Fin d’ora è chiaro che Sarkozy dovrà rinunciare al progetto di riunire la maggioranza dei due terzi dei parlamentari necessaria per la revisione costituzionale che gli stava a cuore, quella dell’adozione della «regola d’oro» in materia di bilancio: quella maggioranza, infatti, non esiste più. Inoltre, è certo che il Senato «d’opposizione» boccerà il bilancio dello Stato per l’anno prossimo e il progetto di legge sul finanziamento della Sicurezza sociale, uno dei cardini dell’azione di governo della droite francese.
Anche se, in base alla Costituzione francese, l’ultima parola sull’approvazione delle leggi spetta alla Camera dei deputati dove il centrodestra ha la maggioranza, il Senato potrà comunque rappresentare il terreno istituzionale da cui la sinistra potrà far partire la propria azione di contrasto: questo sia costituendo commissioni d’inchiesta su scandali o vicende d’attualità in grado di mettere in difficoltà il governo, sia ponendosi come il teatro istituzionale in cui la sinistra potrà valorizzare i temi della campagna elettorale dei propri candidati all’Eliseo. Già ieri il portavoce del partito socialista Benoit Hamon ha annunciato la linea dura sulla questione delle tasse.
A questo punto la battaglia per le presidenziali dell’anno prossimo può dirsi veramente aperta. A sette mesi dal voto la sinistra canta già vittoria: il candidato socialista più accreditato, François Hollande, parla di «decomposizione del sistema Sarkozy, mentre la sua rivale Martine Aubry si dice certa che «questa vittoria viene da lontano e indica in anticipo ciò che avverrà nel 2012». Il significato di questa frase è chiaro: l’anno prossimo oltre che per le presidenziali i francesi voteranno anche per le legislative e se la sinistra vincerà entrambe si troverà in una situazione di vantaggio di cui neppure il due volte eletto presidente François Mitterrand aveva potuto giovarsi, avendo appunto ipoteticamente dalla sua parte perfino il Senato.
Tra le riforme costituzionali che allora potrà far approvare ci sarà quella della concessione del voto agli stranieri nelle elezioni locali, aborrita dall’attuale
maggioranza. Uno dei tanti argomenti «caldi» su cui la politica francese si troverà a dibattere da qui al prossimo maggio e su cui Sarkozy e i suoi rivali - de Villepin in testa - dovranno far sentire la loro voce ai francesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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