Sarkozy arruola ancora uomini di sinistra Il verde Lalonde ambasciatore per il clima

Un ecologista storico guiderà la Francia nella trattativa sul riscaldamento del pianeta Malumori nel centrodestra

da Parigi

Un altro esponente storico della sinistra francese si è seduto ieri su una prestigiosa poltrona, offertagli dal presidente Nicolas Sarkozy nel nome dell’«apertura» È Brice Lalonde, 61 anni, che fu attivissimo in altri tempi in numerose crociate ambientaliste e in particolare nella lotta al «surgeneratore» nucleare Superphénix. Nel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta il movimento ecologista francese era diviso in due tronconi: quello di Lalonde, che predicava un ambientalismo di sinistra, e quello di Antoine Waechter, legato all’idea di un’ecologia senza etichette. Ironia della sorte, oggi alcuni ex seguaci di Waechter sono alla testa del partito dei Verdi, schieratissimo a sinistra, mentre Lalonde viene arruolato da Sarkozy. Il Consiglio dei ministri ha nominato a sorpresa Brice Lalonde «ambasciatore della Francia per tutte le trattative connesse con la lotta al riscaldamento climatico». Non è una cosa di poco conto, visto il rilievo che Sarkozy intende dare a questo dossier. Lalonde opererà d’intesa col ministro degli Esteri, ossia col suo amico ex socialista Bernard Kouchner.
Il nome del nuovo ambasciatore itinerante ha assunto rilievo nazionale nel 1974, quando le elezioni presidenziali videro la candidatura dello scienziato ambientalista René Dumont, che ingaggiò Lalonde come suo direttore di campagna. I voti furono pochini (circa l’uno per cento), ma i francesi cominciarono a discutere di ambiente. Alle elezioni seguenti Lalonde si presentò in prima persona, rastrellando al primo turno quel 3,88% che risultò poi decisivo per l’elezione del socialista François Mitterrand. Nel 1988, alla rielezione di Mitterrand, Lalonde divenne ministro dell’Ambiente nel governo socialista. Lo restò fino al 1992, quando dovette lasciare il posto a una giovane rampante e ben protetta: Ségolène Royal. Adesso che la Royal è stata sconfitta da Sarkozy alle presidenziali, Lalonde (che negli ultimi anni aveva assunto una posizione defilata) si prende una bella rivincita.
La «politica dell’apertura», cara a Sarkozy, è ormai al suo apice. Assume forme diverse: alcuni sono passati armi e bagagli dalla parte della nuova maggioranza, mentre altri - come Jack Lang o Michel Rocard - hanno accettato solo di «riflettere» sull’avvenire della Francia.

Questa strategia provoca gravi danni al Partito socialista, che si sente accerchiato dal dinamismo dell’Eliseo, ma qualche polemica spunta anche nell’Ump, ossia nel partito di Sarkozy. Chi ha sgobbato per aiutare Sarkozy a vincere le elezioni di primavera si sente trascurato. Questa è l’altra faccia della medaglia dell’«apertura».

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