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Sarkozy corteggia Pechino per la ricostruzione

Una visita di appena cinque ore, ma decisiva per le sorti della nuova Libia. Il presidente francese Nicolas Sarkozy è volato ieri a Pechino per incontrare il presidente cinese Hu Jintao. Sul piatto la richiesta alla Cina di aiutare la ricostruzione della Libia. «Abbiamo spiegato con cura la situazione in Libia e abbiamo invitato la Cina a partecipare alla conferenza di Parigi del primo settembre, che servirà a istituire una Libia libera, la Libia del domani», ha spiegato lo stesso Sarkozy ai giornalisti dopo l’incontro. Un invito che il presidente cinese ha fatto sapere che valuterà. Intanto il lavoro della Francia continua. «Dobbiamo assolutamente costruire una visione unanime all’interno della comunità internazionale e la Cina ne fa parte».
Mentre Francia e Gran Bretagna pensano già al dopo-Gheddafi (ieri il premier inglese Cameron ha chiamato il presidente sudafricano Jacob Zuma per chiedergli sostegno nella transizione), cautela e una buona dose di polemica arrivano invece da Mosca. La Russia non è stata infatti invitata alla riunione del Gruppo di contatto dedicata alla ricostruzione, convocata a Parigi per giovedì prossimo. «Non abbiamo visto questo invito», ha fatto sapere il portavoce del ministro degli Esteri di Mosca Alexander Lukashevich. «Pensiamo che le Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza dell’Onu, piuttosto che le quasi strutture del Gruppo di contatto o altre strutture abbiano un ruolo centrale nella soluzione politica in Libia». Per Mosca la partita di Tripoli non è affatto chiusa e d’altra parte Gheddafi non è stato ancora catturato dagli insorti. «La situazione nel Paese è tutt’altro che risolta - ha aggiunto Lukashevich -. Continuiamo ad attendere preoccupati. Ma non si può dire che un rovesciamento definitivo e irrevocabile della situazione sia avvenuto». E quando questo avvenisse Mosca vorrebbe comunque un passaggio per il Palazzo di Vetro. Per questo ieri a Mosca sono state ammainate le vecchie bandiere del regime di Gheddafi ma senza un riconoscimento ufficiale del Cnt come nuova autorità la nuova bandiera non è ancora stata issata.
Ieri il Gruppo di contatto sulla Libia si è incontrato a Istanbul per discutere le modalità di aiuto all’opposizione al regime e per decidere come procedere con lo scongelamento dei beni di cui i ribelli hanno bisogno per gestire il Paese. La richiesta dei rappresentanti del Cnt è che vengano sbloccati con urgenza 2,5 miliardi di dollari dei beni libici congelati. Una cifra utile - ha spiegato il Cnt - per far ripartire l’economia e risollevare le sorti della popolazione. «Non ci sono impegni, ma qualcosa si muove. Riceveremo circa 2,5 miliardi entro la fine del mese», ha detto Fathi Baja, responsabile della Commissione per gli affari politici del Cnt. Intanto l’Italia, dopo l’incontro tra il leader dei ribelli Jibril e il presidente del Consiglio Berlusconi, ha annunciato di aver sbloccato 350 milioni di fondi di Stato libici.

Un altro successo dopo il riconoscimento del Cnt da parte della Lega araba come unico rappresentante legittimo del popolo libico.

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