ParigiUna gaffe del presidente Sarkozy ha scatenato in Francia uno tsunami di polemiche, con tanto di strascico giudiziario. Intervistato a New York dai due principali tg, Sarkozy ha definito «colpevoli» gli imputati al processo apertosi a Parigi lunedì scorso per unoscura storia di macchinazioni politiche. Il fatto che il presidente della Repubblica (che è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura) ignori la presunzione d'innocenza provoca non poche perplessità, tanto più che nel processo in questione proprio il presidente è parte civile contro gli imputati. Tra questi ultimi c'è Dominique de Villepin, pupillo dell'ex presidente Jacques Chirac e primo ministro fino all'elezione (maggio 2007) di Sarkozy all'Eliseo. Chirac, Villepin e Sarkozy fanno parte della stessa formazione politica: lUmp, che raggruppa la quasi totalità del centrodestra francese.
L'attuale tempesta nasce dalla rovente competizione tra i due "galli del pollaio", che in vista delle presidenziali del 2007 aspiravano alla candidatura dell'Ump: appunto Sarkozy (che nella legislatura 2002-2007 è stato ministro dell'Interno, dell'Economia e poi di nuovo dell'Interno) e Villepin (che nello stesso periodo è stato ministro degli Esteri, dell'Interno e primo ministro).
Nel 2004 il giudice Renaud Van Ruymbeke, che indaga su vicende di corruzione, riceve una lettera anonima con una lista traboccante di nomi di personalità politiche e non (da Sarkozy a Laetitia Casta passando per l'attuale presidente del Fmi, il socialista francese Dominique Strauss-Kahn) che avrebbero intascato tangenti connesse a una vendita di navi militari francesi a Taiwan, effettuata all'inizio degli anni Novanta, quando al potere c'erano i socialisti. La gigantesca tangente era esistita davvero, ma le rivelazioni della lettera anonima e la lista dei "nomi eccellenti" erano una totale montatura, che presumibilmente aveva un solo obiettivo: coinvolgere Sarkozy per evitare che fosse candidato alle presidenziali. La lettera anonima (il cui autore è oggi sul banco degli imputati a Parigi) parlava di quattrini accantonati grazie alla finanziaria lussemburghese Clearstream. Da cui il nome di Affaire Clearstream.
Sarkozy non è il tipo che porge l'altra guancia. I suoi amici gli riconoscono due difetti: la passione smisurata per il cioccolato e una certa suscettibilità, che nell'occasione lo ha spinto a giurare che un giorno o l'altro avrebbe appeso i cospiratori a un uncino da macellaio. Immagine trucida, ma efficace. Prima di diventare presidente, Sarkozy ha presentato denuncia contro ignoti per falso e calunnia. Poi i suoi avvocati si sono costituiti parte civile in vista del processo che s'è appena aperto a Parigi e che vede tra gli imputati personaggi assai ambigui, accanto a cui c'è l'ex "patron" del governo: Dominique de Villepin, sospettato d'essere il mandante. Villepin è già stato politicamente massacrato da Sarkozy e non fa più parte neppure di un consiglio di quartiere.
In apertura del processo, Villepin ha gridato una prima volta allo scandalo perché Sarkozy è parte civile mentre in Francia i presidenti non possono essere coinvolti nei procedimenti giudiziari: non solo non possono venire incriminati, ma neppure ascoltati come testimoni. Adesso che Sarkozy definisce «colpevoli» coloro che sono semplici imputati, Villepin s'è infuriato e ha querelato Sarkozy per «mancato rispetto della presunzione d'innocenza».
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