 
				«Reati commessi in Pavia nel febbraio 2017»: è netta la Procura della Repubblica di Brescia nell'individuare luogo e data della corruzione che ha inquinato le indagini sul delitto di Garlasco. Da ieri, dopo settimane di interrogativi e di polemiche, arriva la svolta: a essere indagato per corruzione è Giuseppe Sempio, padre di Andrea, il nuovo sospettato per l'omicidio di Chiara Poggi. È stato lui, dice l'accusa, a corrompere Mario Venditti, capo della Procura di Pavia quando la prima indagine su Sempio venne rapidamente archiviata. Il capo d'accusa non indica cifre precise, ma è chiaro che tutto nasce dall'appunto trovato a casa di papà Sempio: «Venditti gip archivia per 20.30 euro» e dalle cifre ancora maggiori movimentate in contanti dai Sempio proprio nei mesi in cui l'accusa ad Andrea veniva lasciata cadere.
La svolta di ieri era attesa da giorni: dal 26 settembre, per l'esattezza, quando la Guardia di finanza aveva fatto irruzione a casa dei Sempio e di Venditti, sequestrando computer e telefoni. A Venditti, in pensione e raggiunto nel frattempo da altre accuse, era contestata la corruzione in atti giudiziari, proprio in relazione alla sua gestione dell'omicidio di Chiara: ma non veniva in alcun modo indicato da chi avrebbe ricevuto i soldi. I sospetti, ovviamente, gravavano sui Sempio: ma su quale? Sia Andrea, che papà Giuseppe, che mamma Daniela erano stati interrogati come semplici testimoni. Avevano dato spiegazioni vaghe e contraddittorie della destinazione dei soldi prelevati in contanti. In contemporanea sono partiti gli accertamenti bancari. Alla fine il procuratore di Brescia Francesco Prete e il suo pm Claudia Maregola hanno stretto il cerchio intorno a Giuseppe Sempio: per la Procura il corrotto è Venditti, il corruttore è il padre di Andrea.
Ieri quando a papà Sempio e all'ex procuratore viene notificato l'invito a partecipare all'esame dei «dispositivi e dei supporti in sequestro estesa sia ai dati presenti che a quelli eventualmente cancellati».
Al centro c'è il lungo catalogo di apparecchi (iPhone, pc portatili, iPad) presi a Venditti il 26 settembre, e intorno ai quali è in corso da settimane un braccio di ferro: l'ex procuratore si è rifiutato di dare le password, ha ottenuto un'ordinanza di dissequestro neutralzzata da un altro provvedimento, di fatto la Procura ha in mano tutto da oltre un mese e sta frugando in profondità. Ha ottenuto risposte interessanti? In ogni caso per dare solidità giuridica ai risultati serve che all'estrazione della «copia forense» sia presente la difesa, e così sia Venditti che Sempio sono invitati il 3 novembre nello studio di un tecnico di Pinerolo con i loro consulenti.
È una brusca accelerazione, che denota da parte della Procura di Brescia (che agisce di concerto con i nuovi vertici della Procura di Pavia) una certa sicurezza della solidità della pista seguita: che di fatto non riguarda solo la presunta corruzione di Venditti ma anche e soprattutto l'indagine bis su Garlasco, l'ipotesi che a uccidere Chiara non sia stato Alberto Stasi,
condannato in via definitiva, ma Sempio. Gli indizi su Sempio emersi finora non sono granitici. Quella tangente di otto anni fa e le bugie dette di recente spingono i pm a riproporre la domanda: cosa ha da nascondere Andrea?