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«Sarkozy junior è un raccomandato»

EREDE Il giovane Jean, 23 anni, è stato nominato presidente di un importante ente pubblico

ParigiSuperdotato o raccomandato? Questa la domanda che si pongono i francesi di fronte allo straordinario successo politico di Jean Sarkozy, studente in legge e ventitreenne figlio del suo babbo. Per l'esattezza Jean (nato il primo settembre 1986) è il secondogenito del primo matrimonio dell'attuale presidente della Repubblica, che ha in seguito avuto un altro figlio dalle sue seconde nozze (quelle con Cécilia) e che non ha ancora avuto bambini da Carla Bruni, con cui si è sposato nel febbraio 2008.
La carriera politica del piccolo Jean è decollata come un razzo dopo l'ingresso, nel 2007, di Nicolas Sarkozy all'Eliseo. Non solo il rampante studente è entrato nel corrispettivo del nostro consiglio provinciale di uno dei territori più ricchi d'Europa (il dipartimento degli Hauts-de-Seine, alle porte di Parigi, che include la città chic di Neuilly-sur-Seine, feudo elettorale della famiglia Sarkozy), ma in quel consiglio è divenuto il leader del gruppo di maggioranza: quello dell'Union pour un Mouvement Populaire (Ump, ovviamente il partito di papà). Per rendersi conto dell'importanza del dipartimento in questione, basti dire che il suo prodotto lordo è circa il 6% dell'interno Pil francese ed è uguale a quello dell'intera Ucraina.
La perla economica del dipartimento degli Hauts-de-Seine è il quartiere della Défense, soprannominato «la Manhattan parigina» a causa dei suoi grattacieli, che ospitano numerose multinazionali. A sua volta la perla ha un cervello: l'Epad, sigla che sta per «Établissement public d'aménagement du quartier d'affaires de la Défense» e che indica appunto l'ente pubblico incaricato di gestire fior di milioni di euro a beneficio della modernissima «città del business», alle porte di Parigi. Indovinate chi è stato scelto come nuovo presidente dell'Epad. Sì, proprio lui: il rapante studente universitario di legge, Jean Sarkozy, che manterrà anche le sue cariche di membro del «consiglio provinciale» e di responsabile del gruppo Ump in quell'assemblea.
La parola «nepotismo» fa capolino sui giornali francesi, molti dei quali manifestano tuttavia un'abbondante dose di timidezza nelle critiche alla famiglia presidenziale. Forse si dovrebbe coniare anche un neologismo per indicare la felice situazione del «giovane Sarkò». Si potrebbe parlare di «suocerismo», visto che Jean ha le spalle solidissime da parte della famiglia di sua moglie, oltre che da quella del suo babbo: l'anno scorso ha sposato l'ereditiera Jessica Sebaoun, destinata a diventare proprietaria dell'impero Darty, gigante transalpino della vendita di televisori, lavatrici e prodotti elettronici d'ogni genere.
Se stampa e tv francesi sono generalmente prudenti nel criticare il potere nazionale, i siti internet (che pullulano - ironia del destino - sui computers venduti da Darty) si stanno letteralmente scatenando. Via web un deputato centrista, Christophe Grébert, ha lanciato una raccolta di firme contro la strana carriera del «principe Jean»: in pochi giorni ha raccolto 8mila adesioni.

In molti ironizzano sulla possibile esistenza di una «dinastia monarchica» alla testa della Repubblica e sul fatto che nel «Paese dell'egalité» potrebbe esserci qualcuno più uguale degli altri.

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