Savona, il consiglio comunale fa rinascere i partiti di una volta

Ci sono i Democratici Cristiani, ci sono i Socialisti e anche i Comunisti. C'è la Margherita, c'è Forza Italia, e c'è pure Alleanza Nazionale Msi. Non è un racconto ambientato circa dieci anni or sono, né un documentario nostalgico su come eravamo. È uno spaccato della attuale composizione del consiglio comunale di Savona. Nel quale, un po' per l'avversità cittadina ai cambiamenti, un po' per l'età avanzata della legislatura, riescono a convivere presente e passato. Una sorta di limbo temporale che contrappone partiti di oggi a forze che non esistono più o che hanno cambiato denominazione, in uno scenario che resterà immutato, presumibilmente, ancora per qualche mese, fin quando i savonesi non saranno chiamati alle urne per le elezioni comunali che porteranno alla formazione di nuovi gruppi consiliari.
Un piccolo mutamento, singolo ma significativo, è comunque già avvenuto, nel corso della seduta di consiglio comunale di martedì, già di per sé singolare poiché iniziata con un lungo intervento contro la pena di morte da parte di rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio, appello che ha trovato consenso unanime da parte del consiglio, con la sola eccezione dell'ex candidato sindaco Vincenzo Delfino (per il quale la pena capitale sarebbe «in alcuni rari casi accettabile»). A far passare in secondo piano questa parentesi e gli altri punti all'ordine del giorno è stato Filippo Marino, che ha deciso di annunciare la sua fuoriuscita dal gruppo di Forza Italia, «dopo anni di impegno appassionato», per sposare la causa di Futuro e Libertà. Un passaggio che era nell'aria - Marino, fedelissimo del finiano Enrico Nan, è già da qualche tempo responsabile di Fli per la provincia di Savona - ma che il consigliere ha deciso di rendere ufficiale solo questo martedì.

Una scelta di tempi che, purtroppo per lui, si è rivelata poco fortunata e, almeno in esordio, perdente: nello stesso istante in cui Marino annunciava l'adesione a Fli, il suo nuovo movimento, con la fiducia a Berlusconi, stava incassando una bruciante sconfitta alla Camera. Almeno per tempismo, non proprio il momento migliore per salutare le forze del passato e del presente, e abbracciare quelle del Futuro.

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