Dopo gli sberleffi e l’assalto agli alpini la Digos toglie agli anarchici il sorriso

Dopo gli sberleffi e l’assalto agli alpini la Digos toglie agli anarchici il sorriso

(...) pesante a 19 anarchici, identificati e denunciati dalla Digos per una bella sfilza di reati: violenza, resistenza a pubblico ufficiale, vilipendio alle forze armate e oltraggio a pubblico ufficiale.
Il branco, formato di persone tra i 25 e i 40 anni, residenti oltre che a Genova anche a Torino, Verona e Trento, aveva preso di mira i giovani militari inviati a Genova dal ministro della Difesa Ignazio La Russa per dare una mano alle forze dell’ordine per presidiare le zone più a rischio microcriminalità.
Facile, perfino bambinesca la loro azione di disturbo, fatta di pernacchie e sberleffi contro persone in divisa che svolgono un servizio pubblico e magari servono a far passare dalla testa di qualche scippatore la voglia di scaraventare a terra donne anziane a rischio della vita.
Nessuno di loro si è mai sognato di accerchiare gli uomini del reparto mobile, o un battaglione di carabinieri pronti a fare ordine pubblico allo stadio. Adesso però si è deciso di intervenire per rimettere le cose sulla linea della legalità. La formalizzazione della denuncia, da parte della Digos della questura e del Comando provinciale dei carabinieri, è arrivata dopo l’identificazione del gruppo di anarchici che l’8, il 10 e il 15 agosto hanno contestato con «evidente provocazione» le pattuglie miste.
Tra le persone denunciate, due in modo particolare hanno attirato l’attenzione degli inquirenti: una donna, genovese, che è stata arrestata per un attentato alla caserma dei vigili di Parma, e un uomo, proveniente da Torino. Lei è Nora Gattiglia, rampolla di una ricca famiglia di imprenditori che hanno una catena di supermercati.
L’uomo, che è di origini valdostane, è stato per molto tempo un leader dell’anarchismo insurrezionalista torinese, legato a un centro sociale molto famoso e «attivo» sia in Piemonte sia nel Nord Est.
Tra le varie attività cui sono dediti oltre a bivaccare qua e là c’è quella di distribuire volantini con «Via gli alpini non li vogliamo», «chiudi Cpt», «Assassini, assassini, assassini». Gli episodi oggetto delle denunce sono stati in tutto tre e si sono svolti a distanza di pochi giorni l’uono dall’altro fino a quando il gruppo è stato identificato.
Le contestazioni alle pattuglie miste non hanno eguali in altre città d’Italia dove l’operazione per la sicurezza voluta dal governo sta dando ottimi risultati. L’obiettivo è quello di disincentivare, grazie alla presenza con pattuglie ben visibili, l’attività di microcriminalità di cui molti cittadini, soprattutto in zone come il centro storico o la zona di Sampierdarena sono stati vittime.
Tante che le penne nere hanno ricevuto anche molti grazie da parte della gente qualunque, tranquillizzata dalla loro presenza. La mobilitazione dei lettori de il Giornale, poi, è stata notevole, e tante sono state le lettere giunte in redazione piene di indignazione per gli assalti agli uomini in divisa e a sostegno dell’impegno dei militari.


Ora si attende di capire se le denunce siano un deterrente in grado di fermare l’attività molesta di queste persone contro chi svolge il proprio lavoro o se gli anarchici si sentano in qualche modo protetti dalla posizione di silenzio-assenso di gran parte della classe politica locale che non si riconosce nel governo di centro destra e ne contesta l’attività al punto da non ritenere utile la presenza dei militari nella nostra città.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica