Scajola: «Berlusconi verrà presto in Liguria»

Scajola: «Berlusconi verrà presto in Liguria»

(...) Burlando: questo dice l’ultimo sondaggio commissionato per la nostra Regione - sono i numeri forniti da Scajola -. C’è ancora un 4% di indecisi e su quelli dobbiamo lavorare per convincerli della bontà dei nostri progetti». Secondo il ministro per lo sviluppo economico la battaglia è apertissima, ma la forza del centrodestra è quella di lottare con la consapevolezza di avere un progetto chiaro per la Liguria contrapposto ad una sinistra unita solo dalla voglia di mantenere il potere: «Noi abbiamo un programma, valori e ideali comuni. Oggi anche l’esperienza che ci è mancata cinque anni fa. Dall’altra parte c’è un insieme di simboli che tra loro non condividono nulla, e alla domanda “ma come farete a governare insieme?”, possono rispondere solo che sono uniti dalle poltrone su cui sedere».
Attacco al centrosinistra e alla doppiezza dell’alleanza di Burlando, «quello che era sindaco di Genova nel 1991 e bloccò le grandi opere utili alla città. E se fossimo rimasti a governare tra il 2005 e oggi per Gronda e Terzo Valico avremmo cantieri avviati». La Liguria del fare contrapposta a quelle della poltrona è la sintesi del pensiero scajoliano. Concetti ripresi anche da Sandro Biasotti che cerca di dare la sveglia alla Liguria: «Non si può più aspettare: questa è l’ultima chiamata. Se noi non cambiamo passo, se la regione non cambia le sue strategie andrà morendo» attacca il candidato governatore che se la prende con il suo avversario: «In questi anni avete visto ministri passare da Genova? Non è arrivato nessuno perché il presidente della Regione giocava ad attaccarli: qui non vengono perché nessuno li invita, ma il compito di una istituzione è quella di collaborare per il bene della collettività, non fare finta di litigare per tornaconti politici». Per il deputato Pdl «è triste vedere classifiche dove il grado di stima dei cittadini verso Burlando è al 17esimo posto su 20, mentre il sindaco di Genova è 103esimo su 110. Politicamente per me è anche un vantaggio, ma da ligure e genovese provo vergogna».
Le battute a ripetizione tra Scajola e Biasotti galvanizzano i sostenitori, soprattutto quando il ministro richiama i simpatizzanti del centrodestra a darsi da fare per far cambiare idea alla gente che vota a sinistra: «Andate per le strade e tra le persone - è il messaggio quasi messianico del ministro - e se trovate chi già vota Pdl stringetegli la mano, mentre se incontrate chi è disposto a votare per la sinistra invitatelo a prendere un caffè e spiegategli il nostro programma». Scajola parla di una regione grigia ed immobile che deve rilanciarsi per garantire un futuro ai suoi giovani «e ha le potenzialità di farlo soprattutto se al timone arrivasse Biasotti che potrà collaborare con un governo amico». «Sono le ultime settimane di campagna elettorale e mi vedrete spesso tra voi - racconta il ministro -. Stiamo organizzando l’arrivo di Silvio Berlusconi, dovremo trovare il luogo adatto per evitare che girino i soliti matti. Berlusconi mi ha già dato la sua disponibilità perché ritiene la Liguria un punto fondamentale».
Poi ci sono gli scenari da fantapolitica che parlano di accordi sottobanco tra Burlando e Scajola per vedere confermato il primo a De Ferrari per poi lasciare la vittoria di Genova città al centrodestra. Operazione già smentita dal ministro che ci ritorna quando ricorda che «Biasotti è stato il primo dei candidati governatori in Italia: scelto sei mesi fa da tutti noi a Varazze in una sorta di plebiscito perché ne conosciamo il valore e apprezziamo la persona. Voglio vincere io per primo, poi lo vuole Sandro e poi tutti voi perché abbiamo un progetto vincente per la Liguria». Il ministro ha tenuto a ribadire che nelle liste non ci sarà nessun indagato che si possa considerare colpevole: «Non può essere tollerato da nessuna parte, e tantomeno in casa nostra, chi pensi di adoperare la sua funzione pubblica per interesse personale e ancor peggio per denaro». E chi da Roma gli chiede di tornare alla guida del partito risponde: «Ho già molti impegni con il ministero, non credo sia coniugabili ma ne parleremo dopo le elezioni».

Alla fine dell’incontro Scajola e Biasotti hanno incontrato una delegazione di lavoratori della Bocchiotti di Arenzano che rischiano di essere delocalizzati in Svizzera, mentre in serata nelle sale di villa Lo Zerbino a Genova gli esponenti del Pdl hanno partecipato a una cena con gli industriali della città. Presente anche Giovanni Calvini, possibile che ci sia stato un confronto tra i due sugli assetti di Confindustria.

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