Economia

Scajola: non si toccano le fabbriche Fiat in Italia

Le offerte per Opel oggi sul tavolo di Berlino. Nel fine settimana l’esame dei piani da parte della proprietaria Gm e della Casa Bianca. Le condizioni per tenere aperti i siti. A Balocco Montezemolo ospite degli Agnelli

Scajola: non si toccano 
le fabbriche Fiat in Italia

Si giocherà sull’asse Berlino-Washington-Detroit la sfida finale per Opel. Oggi il governo tedesco riceverà da Fiat, Magna (sul cui carro, insieme alla russa Gaz, potrebbero salire in qualche modo anche Psa e Ford; i pretendenti vorrebbero da Gm anche il marchio Saturn) e il fondo americano Ripplewood, le buste con le offerte e i rispettivi piani industriali per la casa automobilistica tedesca. Ricevute le proposte, il cancelliere Angela Merkel riunirà i membri del governo per un primo esame. Nel fine settimana, poi, il ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, volerà negli Stati Uniti per la fase decisiva delle trattative. Le offerte saranno presentate ai vertici di General Motors, a cui fa capo Gm Europa con i suoi marchi Opel, Vauxhall e Saab, nonché alla task force della Casa Bianca. Il loro giudizio sarà determinante: il capo di Gm, Fritz Henderson e la stessa task force dovrebbero parteggiare per Fiat. Il verdetto finale potrebbe arrivare la prossima settimana. La possibile composizione azionaria di Fiat-Opel vedrebbe il Lingotto nella posizione di maggioranza con in dote la partecipazione in Chrysler, mentre a Gm andrebbe una quota di minoranza. L’amministratore delegato di Fiat Group, Sergio Marchionne, ha deciso di giocare la stessa carta con cui ha convinto sia la Casa Bianca sia il management di Chrysler. Per Opel, in pratica, non metterà sul tavolo denaro, ma tutto il proprio know-how («vale più del cash»), cioè la possibilità di avviare sinergie industriali e commerciali, condividere piattaforme, motorizzazioni e aree strategiche. A tutto questo si aggiunge l’impegno a tenere aperti i siti tedeschi di Opel.

Ieri Marchionne è tornato in Germania per incontrare il governo della Turingia e il sindacato Ig Metall il cui leader, Berthold Huber, ha ribadito le proprie perplessità motivate anche dalle differenti culture aziendali tra Italia e Germania sul tema della cogestione e del peso dei sindacati all’interno delle società. Huber ha sollevato anche il problema della sovrapposizione dei modelli di Fiat e Opel.
Al fronte tedesco, poi, si aggiunge quello italiano dove restano le preoccupazioni degli operai. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha considerato «inderogabile» il mantenimento delle cinque fabbriche di Fiat nel Paese. Scajola ha poi aggiunto che al termine della trattativa Fiat-Opel «ci sarà il tavolo a Palazzo Chigi». Nelle intenzioni di Marchionne, comunque, ci sarebbe il ricorso al taglio della capacità produttiva, dove necessario, la richiesta di ammortizzatori sociali per i dipendenti in eccedenza e di un intervento finanziario dello Stato, sulla falsariga di quello deciso a Parigi per i costruttori locali. Queste, dunque, le condizioni che il Lingotto porrebbe al governo per mantenere intatta la struttura produttiva italiana. Per Pomigliano d’Arco, intanto, è stato deciso un nuovo mese di cassa integrazione. Oggi, infine, a Balocco (Vercelli), si riunirà l’accomandita Giovanni Agnelli e C. All’ordine del giorno i conti della Sapaz.

Alla riunione interverrà il presidente di Fiat, Luca di Montezemolo.

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