Scajola: un premio per il nucleare «Sconti a chi avrà le centrali in città»

Il ministro: «Gli incentivi andranno direttamente ai cittadini, che pagheranno meno l’energia e saranno risarciti per il disturbo psicologico»

da Roma

Una sforbiciata alle bollette potrebbe essere la soluzione per superare, o quantomeno attenuare le resistenze delle comunità che si ritroveranno nel «giardino di casa» una nuova centrale nucleare. A indicare chiaramente questa strada è stato ieri il ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola. «I cittadini di quel territorio - ha spiegato a SkyTg 24 - avranno grandi benefici, saranno premiati per il disturbo psicologico». Non solo incentivi ai comuni e agli enti locali, ha spiegato Scajola, ma «direttamente ai cittadini che pagheranno molto meno l’energia».
Il riferimento è agli incentivi già sperimentati per i comuni che ospitano centrali termoelettriche, destinati esclusivamente agli enti pubblici. Ad esempio l’illuminazione gratuita nelle strade. Il governo vuole invece andare più a fondo e punta a convincere attraverso sconti destinati ai consumatori sulle bollette elettriche sempre più pesanti. Scajola è consapevole del fatto che l’Italia parta in ritardo rispetto agli altri Paesi europei per colpa della decisione «scellerata» di abbandonare l’atomo, sancita dal referendum del 1987. Però - ha sottolineato - «se non si parte non si arriva». Scartata anche l’idea di aspettare il nucleare di quarta generazione. «Sono solo degli studi e i maggiori esperti garantiscono che non potranno essere realizzate prima del 2100». Respinta l’idea che la tecnologia attualmente a disposizione sia insicura. Le centrali di terza generazione non possono essere considerate «vecchie» perché «non ve n’è neanche una operativa, se ne sta completando una in Finlandia. Sono avanguardia, non vecchie».
Il primo passo è in dirittura d’arrivo. Prima dell’estate il consiglio dei ministri dovrebbe esaminare le tappe del piano. Poi in autunno o al massimo a inizio del nuovo anno dovrebbe arrivare «un piano energetico nazionale», che manca da 20 anni e poi a fare una conferenza nazionale dell’energia che sia «un momento di forte consenso per prendere coscienza delle difficoltà del Paese sull’energia».
Piani destinati a entrare nel vivo nel lungo termine. Senza contare che il ricorso all’atomo ha senso solo se avverrà insieme ad altre fonti. Sicuramente l’eolico e il solare, ma prima di tutto - ha ricordato questa volta il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, i rigassificatori, che «vanno fatti, non è possibile tenerli bloccati. Ora bisogna partire, l’uso del gas è indispensabile, così come il carbone pulito, che non ha più l’impatto ambientale di una volta».
Il nucleare continua a occupare anche i piani delle imprese. Ieri il presidente di A2A ha proposto una «road map» per far tornare l’energia nucleare in Italia. Con l’obiettivo di realizzare la prima centrale in dodici anni. La formula migliore è quella del consorzio. «Vediamo Enel come soggetto principale per il ritorno al nucleare in Italia», ha spiegato Zuccoli, precisando però che si tratta di una «opinione personale, da cittadino».


La tappa successiva, secondo Zuccoli, è un «accordo con i produttori e i consumatori di energia» sul modello del consorzio finlandese che gestisce l’impianto in costruzione di Olkiluoto, dove sono già attive 2 centrali nucleari con il consenso della popolazione.

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