Roma - Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola si rivolge direttamente al premier Silvio Berlusconi per sbloccare i fondi già previsti per la realizzazione della rete internet veloce (banda larga), ma anche per la reindustrializzazione di alcune aree messe in ginocchio dalla crisi, che potrebbe consentire di creare e difendere 60.000 posti di lavoro. Le richieste sono contenute in un "appunto" con alcune priorità anti-crisi che Scajola ha consegnato al presidente del Consiglio nel corso dell'ultima riunione del Cipe. Contiene la richiesta del "doveroso" sblocco dei fondi per alcune iniziative sulle quali è già stato raggiunto un accordo - per alcuni c'é anche la norma di legge - ma per le quali non sono ancora state attivate le risorse.
Nessuna polemica, ma pressing per un' accelerazione, un cambio di marcia su "misure che attuate - scrive Scajola nella nota - consentirebbero di dare risposta anticiclica a molte crisi in atto". Sono progetti "immediatamente cantierabili" già inseriti tra le previsioni dei conti pubblici sui quali vigila il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Nella nota si parla anche della banda larga, cioé la creazione di una rete veloce che consenta a tutta Italia di accedere alle opportunità messe in campo dalla digitalizzazione.
L'appunto consegnato da Scajola a Berlusconi é ricco di cifre. Il progetto di internet veloce prevede ora una spesa di 800 milioni, che attiverebbero 1.600 milioni di risorse complessive. I cantieri che verrebbero aperti sarebbero 33.000 e i posti di lavoro 50.000. Ci sarebbe un impatto positivo anche sul Pil, di 0,2 punti percentuali. "Confermo tutto - dice il ministro dell'innovazione, Renatro Brunetta - nell'ultima riunione del Cipe su indicazione del ministro Scajola il presidente del Consiglio ha confermato che quest'anno si avvierà la complessa macchina degli investimenti per la banda larga, gli 800 milioni di euro, anche per tranche, che servono perché dal 2010 si possa superare il digital divide". Ma Brunetta giudica "corrette anche le attenzioni per il ritardo in questo investimento". Un appello arriva anche dal ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni: "Non condanniamo l'Italia di domani a un nuovo ritardo infrastrutturale. Credo che sia davvero necessario non rinviare ancora. In gioco c'é la capacità stessa dell'Italia di affrontare alla pari con gli altri Paesi la scommessa del futuro".
Nell'elenco non c'é solo la banda larga. Ci sono i 95 milioni per la realizzazione delle zone franche urbane (45 milioni sono per l'Abruzzo), 150 milioni per il trasferimento di funzioni da Invitalia all'Istituto per lo sviluppo Agroalimentare e 150 milioni per la riconversione di aree industriali in crisi: da Portovesme in Sardegna a Piombino, da Fidenza ad Ascoli Piceno, fino alla Ex Fornace Scarca in Umbria. L'attenzione di Scajola è proprio sull'impatto occupazionale di queste misure. Cinque sono le realtà coinvolte dagli interventi: l'area ex Cip e carbonchimica di Fidenza (4.
400 posti lavoro), l'Area Umbra della Ex Fornace Scarca (300 posti per livelli di altà e media professionalità per la cosiddetta green economy), Piombino (1.200 lavoratori), la Sgl Carbon di Ascoli Piceno (430) e Portovesme in Sardegna (1.600).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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