Scala, orchestrali di nuovo «agitati» e ricomincia il tormento di Tristano

Sciopero del sindacato Fials contro l’accordo firmato da Cgil, Cisl e Uil con Lissner. Viene annullata la replica di domenica

Buona la prima, ma non le repliche. Alla Scala la pace è molto lontana, al punto che il teatro è stato costretto ad annullare il Tristano e Isotta di domenica pomeriggio. La terza rappresentazione dell’opera di Wagner che ha aperto la stagione del Piermarini salta per sciopero. Una prova di forza (riuscita) della Fials, il sindacato autonomo degli orchestrali, che non ha accettato l’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con il sovrintendente, Stéphane Lissner. «Lo sciopero danneggia il pubblico e tutto il teatro» protestano dalla direzione del Piermarini. La decisione arriva mentre il successo della biglietteria è sempre maggiore. In teatro è quasi tutto esaurito fino a marzo.
La protesta però blocca Tristano. I musicisti ribelli, in tutto sessanta, in pratica costituiscono il partito di maggioranza relativa dell’orchestra e del coro. E avevano addirittura minacciato di far saltare la prima del 7 dicembre, o di segnalare il malumore con una manifestazione di protesta a scena aperta. Si era parlato di lutto al braccio, maglione al posto della giacca o un altro gesto dimostrativo. Alla fine è prevalso il desiderio di tutelare l’immagine della Scala nel giorno in cui era sotto gli occhi di tutti. Ma il malumore ha continuato a esserci e infatti gli orchestrali del Fials non hanno neppure partecipato al brindisi finale e si sono ritirati nel camerino a festeggiare la serata con pane e salame.
Il rappresentante della Fials, Sandro Malatesta, ha spiegato quali sono i punti dell’accordo raggiunto che non risultano convincenti e cioè la somma di 3,2 milioni di euro come una tantum per i due anni da dividere tra tutti i lavoratori, sia perché troppo bassa, sia perché mal suddivisa (in quanto non valorizzerebbe abbastanza l’apporto di orchestra e coro) sia perché, appunto, si tratta di un bonus che non avrà ripercussioni sulla busta paga futura e sulle trattative per il contratto.
I biglietti del Tristano saranno rimborsati, annunciano dalla Scala. La direzione ritiene «incomprensibile» la scelta della Fials e difende le scelte compiute, dall’accordo sottoscritto alla vigilia di Sant’Ambrogio fino all’incontro a Roma del 10 dicembre, in cui si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. «I modi, i tempi e le motivazioni non tengono in alcun conto lo stato delle trattative e la positiva evoluzione del quadro normativo del settore, e hanno come unica conseguenza un danno nei confronti del pubblico, del Teatro e di conseguenza di tutte le figure professionali che lavorano nel Teatro alla Scala» attaccano dalla direzione.

«Il Ministero ha già articolato una proposta di modifica della Legge Asciutti ritenuta soddisfacente da tutte le parti» recita ancora il comunicato della Scala. Ma evidentemente tutto ciò non è bastato alla Fials, che ha preso nettamente le distanze da Cgil Cisl e Uil. E lo sciopero è lì a dimostrare che in sessanta sono in grado di paralizzare il teatro.

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