Scalfaro, mai in Senato ma sempre presente nelle piazze forcaiole

L'ex Capo dello stato, Oscar Luigi Scalfaro, ha disertato tutte le sedute a Palazzo Madama. Ma se c'è da sfilare contro Berlusconi è in prima fila

Scalfaro, mai in Senato 
ma sempre presente  
nelle piazze forcaiole

«Servire lo Stato è il massi­mo onore che un cittadino pos­sa avere». Belle parole. Pecca­to che chi le ha pronunciate, il presidente emerito della Re­pubblica Oscar Luigi Scalfaro, non le abbia messe in pratica in questa legislatura.

L’elenco delle presenze del Senato infatti segna un malin­conico e alquanto triste «ze­ro ». Su 537 sedute dal 2008 a oggi non ha partecipato a nes­suna delle oltre 5mila votazio­ni, tranne farsi segnare in mis­sione, cioè giustificare la pro­pria assenza, 107 volte (il 2% dei 5.243 voti elettronici).

Non si tratta di un accani­mento verso il nonagenario esponente della destra demo­cristiana scelbiana, oggi diven­tato il padre nobile dei difenso­ri della Costituzione di sini­stra. Sono solo numeri sui qua­li è impossibile opinare. Se il di­scorso relativo all’età e alle condizioni di salute è valido per blasonati senatori a vita co­me Rita Levi Montalcini, Ser­gio Pininfarina e l’ex presiden­te Carlo Azeglio Ciampi, biso­gna ricordare che l’ultranovan­tenne Giulio Andreotti in que­s­ta legislatura è riuscito a parte­cipare a oltre 300 votazioni.

Perché, quindi, è difficile «giustificare» Scalfaro? Per­ché in questi due anni e mezzo non ha partecipato alle attività di Palazzo Madama, ma non ha lesinato comparsate nelle piazze della sinistra randellan­do in un’unica direzione, anzi contro un unico obiettivo Sil­vio Berlusconi. «Dovrebbe pre­sentarsi alle Camere e chiede­re scusa al Parlamento», disse nel luglio 2009 nel pieno del ca­so- Noemi.

Ecco, il Cav avrebbe dovuto fare quello che Scalfaro in que­sta legislatura non ha mai fat­to: presentarsi in Aula, forse perché il suo «sì» non era più prezioso come ai tempi del go­verno Prodi. Nemmeno al primo voto di fiducia del Berlusconi-quater nel maggio 2008 Scalfaro ha de­gnato i colleghi in laticlavio della propria presenza. Eppu­re non ha «disertato» le piazze e i palazzetti del Pd per concio­nare in difesa della Costituzio­ne o per protestare contro la manovra di Tremonti l’anno scorso. Quella manovra alla quale avrebbe anche potuto contribuire, giacché a quasi 93 anni Scalfaro è lucidissimo, salvo l’aver dimenticato in fret­ta l’ok al Lodo Alfano costitu­zionalizzato. A dicembre è sta­to persino asc­oltato dai pm pa­lermitani sulla trattativa Stato­mafia e ha incitato Fini al «ri­baltone », sperando in un nuo­vo ’94.

Si potrebbe obiettare che, da senatore a vita, l’ex capo dello Stato ha meno vincoli politici.

Peccato che, come ricorda il blog Daw che ha scoperto la contraddizione tra il predica­tore pubblico e l’assenteista del Senato, Scalfaro ci costi cir­ca 15mila euro mensili: poco più di 10mila di indennità di Palazzo Madama e 5mila circa di pensione da ex magistrato. A conti fatti, Scalfaro - un tem­po fustigatore delle «pensioni d’oro» - meriterebbe un bello zero in condotta. Per le assen­ze, s’intende...

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