Se è per accantonare questioncelle fastidiose come lo «scalone», o i costi della politica, o i ko di Guido Bertolaso nel ring dell’emergenza rifiuti, ci si butti pure, in campo prodiano, sui misteri del Sismi. Lì c’è sempre trippa per i gatti, in particolare per i gatti assatanati della polemica antiberlusconiana. Nel nostro Paese i servizi segreti meritano attenzione solo se deviati, ed essere deviati è, per dettato della sinistra, una loro caratteristica costante. Ci portiamo addietro da diversi decenni questa zavorra di insinuazioni e di illazioni. Rassegniamoci dunque al suo riproporsi nel momento in cui il governo naufrago s’aggrappa a tutto per restare a galla. Perfino alla zavorra.
L’accusa. Per iniziativa d’un funzionario molto discusso, Pio Pompa, il Sismi avrebbe spiato magistrati e generali. Se ne deduce che la faccenda non potesse essere ignota al direttore del servizio, Nicola Pollari, e che anche l’allora presidente del Consiglio Berlusconi non potesse non sapere. Una trama consunta, un déjà vu polveroso e noioso. Chiunque non sia giovane ritrova in questo copione ingredienti rimasticati.
I severi difensori delle pubbliche virtù lasciano supporre che i dossier contengano chissà quali rivelazioni. Per antica consuetudine con queste vicende so che le tenebrose trame cui si fa riferimento somigliano molto, in generale, a quelle di Vallettopoli, e che i diligenti 007 sono autentici assi del taglia e incolla, e di solito rinchiudono nei fascicoli gelosamente custoditi soprattutto considerazioni politiche banali, scontate e insignificanti, nonché storie di gelosia, di turpiloquio, di corna e di letto. Eppure, deflagrato lo «scandalo», è entrato in campo niente meno che il Consiglio superiore della magistratura con una pronuncia severa e dal centrosinistra si sono levate le solite invocazioni di una commissione d’inchiesta parlamentare.
Ho un’opinione risolutamente negativa sull’utilità di commissioni che costano un mucchio di soldi, che approdano a «verità» politiche, che possono solo generare confusione quando i loro lavori siano paralleli a quelli della magistratura ordinaria. Esiste poi un organismo parlamentare, il Copaco, che già dovrebbe occuparsi dei servizi. Insomma siamo nel pieno di uno di quei pastrocchi istituzional-politico-giuridici che fanno la felicità degli azzeccagarbugli d’Italia.
Non è una cosa seria, a cominciare dalle generalità e dal profilo del James Bond che è al centro della storiaccia, il già citato Pio Pompa. Non è una cosa seria, non è una cosa rilevante, non è nulla che possa esser collegato se non pretestuosamente all’azione del governo Berlusconi. Ci siamo un po’ stufati, per essere sinceri, del compiacimento con cui la sinistra - anche quella che ha responsabilità istituzionali - fa propria la teoria del doppio Stato, ufficialmente posto a tutela della legalità e nello tesso tempo impegnato a violarla. Nicola Pollari si dichiara favorevole alla commissione d’inchiesta perché grazie ad essa potrà, nonostante «quest’atmosfera di regime», vuotare il sacco su un gran numero di misteri.
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