Lo scandalo delle mense scolastiche

L’hanno subito ribattezzata «Mensopoli» e il boccone più amaro da buttar giù ce l’ha proprio il sindaco di Genova, Marta Vincenzi. La quale s’è vista rovistare la sede del «suo» Comune da parte degli uomini delle Fiamme gialle, a caccia di prove su un presunto intrigo che riguarda gli appalti sulle mense in scuole e ospedali. Perquisito pure l’ufficio di Stefano Francesca, portavoce e braccio destro del primo cittadino, quindi uffici e abitazioni degli assessori Massimiliano Morettini e Paolo Striano: ex sinistra Ds il primo, ex «margherito» vicino agli ambienti cattolici il secondo.

L’accusa è tosta: tangenti sotto forma di consulenze o di sponsorizzazioni che un concorrente per le mense, Roberto Alessio della «Alessio spa» di Vercelli, avrebbe versato ad alcuni degli indagati, tra cui figurano il «fedelissimo» della Vincenzi, Stefano Francesca, e alcuni ex assessori della precedente giunta di Giuseppe Pericu. Secondo i verbali le tangenti sarebbero state versate per accaparrarsi il mega business del cibo in scuole e ospedali, per «aggiustare» i giudizi delle commissioni e per «oliare il meccanismo».

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