«Le scarcerazioni? Non c’entrano» E Prodi stoppa l’invio dell’esercito

da Roma

Per Romano Prodi i morti di Napoli non hanno «un legame statistico» con l’indulto. Ma anche nel centrosinistra non la pensano tutti come il premier. Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori, già protagonista di una dura polemica col governo al momento del varo del provvedimento, sente di «dover dissentire: il legame con l’indulto c’è».
«Il punto non sono solo i numeri - attacca il ministro delle Infrastrutture -, ma piuttosto il senso di impunità dilagante che ha creato il provvedimento». Anche Roberto Villari della Margherita chiede un segnale forte da parte delle istituzioni sottolineando come anche ieri «in pieno giorno, nonostante la città fosse supercontrollata per gli allarmi precedenti e per la visita del premier ci siano stati altri due episodi di violenza». Per Villari «è evidente che la situazione è più grave di quanto ipotizzato sin qui e sarebbe controproducente continuare sulla stessa linea che non ha portato ai risultati sperati».
Ma Prodi a Napoli rivendica la scelta di aver varato il provvedimento di clemenza. «Non c’è alcun legame statistico tra i fatti criminosi di questi giorni e l’indulto: nessuna prova quantitativa», insiste il premier, ricordando che prima di varare l’indulto aveva previsto «tutti gli aspetti politicamente negativi che un provvedimento del genere comportava per lui e per il governo» ma è stato necessario prenderlo «perché la situazione delle carceri era veramente intollerabile». Prodi non ritiene necessario l’intervento dell’esercito o una legislazione di urgenza perché quella di Napoli «non è un’emergenza speciale».
Condivide l’analisi di Prodi il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che quel provvedimento l’ha fortemente voluto. «Non c’è alcun collegamento tra gli episodi di criminalità di questi giorni e l’indulto», dice il Guardasigilli, sottolineando che «i dati ufficiali sono lì a dimostrare che la criminalità a Napoli e nel suo hinterland c’era negli anni passati e c’è purtroppo anche oggi».
Ma il centrodestra attacca. «Dire che la situazione a Napoli non è una emergenza speciale come ha fatto Prodi lascia attoniti», sbotta Andrea Ronchi, portavoce di Alleanza Nazionale. «Sono amareggiato dalle parole di Prodi: affermare che la situazione non è collegata all’indulto è molto grave - osserva Ronchi -. Dire che a Napoli non sarà inviato l’esercito dimostra che, oltre che in materia economica, Prodi è succube della sinistra radicale e di Rifondazione, anche su questo tema».
Per Ronchi «quello che sta accadendo a Napoli è un’emergenza: le giunte di sinistra hanno avuto enormi poteri sulla sanità e sull’ordine pubblico e non hanno fatto nulla per arginare il fenomeno di degrado sociale che oggi conquista sempre maggiore spazio». Pure da Forza Italia piovono le critiche. Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore azzurro, denuncia che «la drammatica situazione dell’ordine pubblico a Napoli e in Campania è prodotta anche dal fallimento totale della gestione regionale e comunale».

Per risanare il tessuto sociale e invertire la tendenza, osserva Cicchitto, «occorre ben altro, sia sul terreno dell’ordine pubblico, sia sul terreno della gestione della cosa pubblica, delle affermazioni generiche finora pronunciate dal presidente del Consiglio».
Infine il commento lapidario di Alfredo Mantovano (An): «Napoli ha bisogno di un chirurgo non di un sociologo».

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