Cronache

S.Carlo, messa tradizionale con i canti gregoriani

Saranno eseguiti dal gruppo genovese «Cantus Januae»

S.Carlo, messa tradizionale con i canti gregoriani

Un potere enorme, quasi da fantascienza per usare il linguaggio del cinema: quello di astrarre, liberare, far viaggiare nel tempo e portare l'uomo lontano dal presente, dalle res mundanæ per avvicinarlo a ciò che di umano e terreno non è.
Il potere del canto, edificante e terapeutico, che nell'occasione che si presenta a Genova domenica prossima si esprime nella forma più semplice del canto gregoriano, il canto melodico dalla tradizione millenaria che la Chiesa ha conservato, conscia delle grandi potenzialità che esso porta con sé: durante la messa che verrà celebrata alle 11 nella chiesa di San Carlo in Via Balbi, si avrà la possibilità di assistere ad una esecuzione di canti gregoriani, e di quei canti che la tradizione ha riservato espressamente per il giorno di Pasqua.
«La Chiesa considera da sempre suo questo repertorio, perché sua è l'interpretazione delle Scritture. Il canto gregoriano è in radice proprio questo: la proclamazione sonora della Parola secondo la spiegazione, l'esegesi suggerita dalla tradizione della Chiesa. Dunque, non una veste musicale a un testo, ma il testo stesso che risuona in ordine al proprio significato all'interno del contesto liturgico. Esso è dunque liturgia nel senso pieno e più vero del termine». Così afferma Fulvio Rampi, docente di canto gregoriano al Pontificio Istituto di musica sacra di Milano e al Conservatorio di Torino, nonché maestro di cappella della Cattedrale di Cremona e direttore dell'ensemble «I cantori gregoriani», specializzati nell'esecuzione di questo repertorio ed ormai famosi in tutto il mondo. La Chiesa ha ribadito, come confermato da Benedetto XVI, il suo pensiero a riguardo del canto gregoriano nell'ultimo Concilio Ecumenico Vaticano II: «La Chiesa riconosce il canto gregoriano come proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale».
L'esecuzione di domenica è stata affidata al gruppo genovese «Cantus Januæ», costituito da persone che si avvicinano alla musica a diversi livelli ma che considerano fondamentale l'approccio al gregoriano per la propria cultura musicale e anche per offrire alla città un esempio di canto sublime e ancora fonte di ispirazione per parecchi compositori.
Il direttore del gruppo, Luca Dellacasa, organista, clavicembalista, specializzato in musica sacra (laureato di recente in polifonia rinascimentale), interessato al recupero e alla valorizzazione dei repertori musicali più antichi e custode altresì dell'antica tradizione campanaria ligure (val la pena allo scopo visitare www.battagliardicorde.it) racconta: «Il canto gregoriano non va solo studiato, va cantato. È credibile, oggi, nella misura in cui concretamente riesce a esprimere la ricchezza che vi si trova in misura tanto abbondante. La liturgia stessa, com'è noto, è un fatto concreto, dunque il gregoriano trova efficacia solo attraverso un coro preparato, che canta bene, nel senso che riesce a realizzare le difficoltà tecniche e interpretative che questo repertorio reclama. Con questo non si vuole sminuire l'importanza di un repertorio gregoriano, per così dire, popolare, al quale l'assemblea può accedere con una certa facilità; per molte assemblee liturgiche sono fortunatamente ancora familiari le melodie tonali della Missa de Angelis o del Salve Regina. Anzi, per la verità, è più facile ed è bene che l'assemblea apra bocca con questi canti piuttosto che con brani di una povertà testuale e musicale a dir poco sconcertanti».
I canti propri del giorno, da Resurrexi, a Victimæ paschali laudes, a Terra tremuit, scanditi dalle incensazioni e dalle processioni all'interno della chiesa, danno vita a una cerimonia di straordinaria suggestione e di profonda spiritualità, nella quale gli splendidi testi latini sono proclamati sulle antiche melopee gregoriane.
Al gruppo vocale sarà affiancato un consort di strumenti a fiato, l'ensemble «6Novecento», formato da musicisti provenienti da realtà strumentali di riferimento a livello nazionale (Teatro alla Scala di Milano), che sottolineerà in diversi momenti della funzione il carattere festoso della celebrazione pasquale.
Per informazioni e contatti scrivere a Cantus Januæ: carloscalzi@yahoo.

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