Scaroni: «Basta tetti sul gas dell’Eni»

Il fischio d’inizio per il secondo tempo della partita del gas in Italia verrà dato solo nel 2010, ma a bordo campo i giocatori stanno già scaldando i muscoli. In palio c’è il tetto alle importazioni e alle vendite imposto dall’Antitrust all’Eni, che scade il prossimo anno. Oggi, infatti, la società guidata da Paolo Scaroni ha un limite del 61% delle importazioni e del 50% delle vendite sul mercato italiano, al netto dell’autoconsumo (essenzialmente il gas utilizzato dalle centrali elettriche dell’Eni). L’Autorità per l’energia e quella per la Concorrenza vorrebbero prolungare i tetti, come pure gli importatori minori, che temono di essere schiacciati dal peso dell’ex monopolista. Ma ieri è sceso in campo lo stesso Scaroni che in un’audizione al Senato ha chiesto che non vengano introdotti nuovi tetti all’importazione e alla vendita di gas.
«Non capisco la proposta di rinnovare i tetti all’importazione e alla vendita di gas che non esistono in Francia, Germania, Belgio, Svezia, Finlandia, Austria e molti altri Paesi europei. In Francia Gaz de France ha una quota di mercato dell’89%. Nel mercato italiano operano 38 operatori, fra cui ci sono i principali attori europei, perché dovremmo fare quello che non avviene in nessun altro Paese - si è chiesto l’ad Eni -? Mi chiedo come faremo noi a fronteggiare le richieste nel momento in cui ci sarà ancora una crisi del gas. Mi sembra un provvedimento inutilmente punitivo che colpisce solo noi». Scaroni ha aggiunto che «i tetti sono nati come una misura temporanea».
Al momento l’Eni ha «sbottigliato» in parte i gasdotti, permettendo il passaggio di gas anche di altri importatori in misura crescente. Secondo le due Authority, però, una reale concorrenza si potrà avere solo con il decollo di nuovi gasdotti (il Galsi dall’Algeria, previsto per il 2012 e l’Igi dall’Azerbaijan) e di nuovi rigassificatori. Al momento è in funzione solo quello dell’Eni a Panigaglia, vicino a La Spezia, mentre quello Edison sarà a pieno regime dall’autunno 2009, con 8 miliardi di metri cubi l’anno (l’Italia ne consuma circa 85 l’anno). Insomma, se anche i tetti fossero prolungati, ben difficilmente avranno vita lunga: se davvero si faranno i rigassificatori e i gasdotti in progetto, in pochi anni i limiti non avranno più ragione d’essere. Ma è proprio su quei «pochi anni» che si gioca la partita.
Ieri Scaroni ha anche detto che l’Eni presenterà entro oggi l’offerta per il giacimento petrolifero di Nassiriya in Irak.

E sempre sul fronte estero, secondo indiscrezioni l’Eni starebbe trattando uno scambio di asset con la spagnola Gas Natural che ha recentemente acquisito Union Fenosa, di cui dovrebbe cedere alcune attività. Eni darebbe a Gas Natural alcuni asset in Egitto (probabilmente parte di un impianto di liquefazione del gas) in cambio di alcuni spagnoli di Union Fenosa Gas.

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