da Milano
LEuropa rischia di rimanere strozzata nella morsa oligopolista di Paesi come la Russia e lAlgeria, se nei prossimi anni non farà passi avanti nellapprovvigionamento di gas, sviluppando infrastrutture per il gas naturale liquefatto (Gnl) che consentano approvvigionamenti da ogni parte del mondo senza il vincolo dei gasdotti. A lanciare lallarme è lamministratore delegato dellEni, Paolo Scaroni, che ha scelto la platea delle Giornate Internazionali Pio Manzù per lanciare un appello alle «autorità e i governi europei» a cambiare rotta: basta - ha detto - con «regolazioni e sovraregolazioni per promuovere la concorrenza che puntano solo ad aprire il mercato a nuovi compratori» che rimarranno comunque legati solo a «due fornitori». Ci vuole invece - ha detto - uno sviluppo delle infrastrutture di Gnl, lunica strada che potrà garantire «un mercato concorrenziale».
Dati alla mano, lad del gruppo petrolifero ha spiegato che nel giro dei prossimi 10 anni, nel 2015, i consumi europei di gas cresceranno del 30% mentre, contemporaneamente, la produzione europea segnerà un calo del 40%. Le importazioni, che oggi coprono il 55% dei consumi, sono così destinate a divenire l80% del fabbisogno. Russia e Algeria faranno così la parte del leone: «Avremo un mercato dominato da due fornitori che potranno comportarsi da oligopolisti». Con il rischio che si ripeta quello cui stiamo assistendo con il petrolio: prezzi alti per «mancanza di investimenti negli anni 90».
«Il Gnl è lunica opportunità per rompere loligopolio» ha aggiunto Scaroni ricordando che lattuale capacità di infrastrutture in questo settore è oggi pari al 15%, concentrata soprattutto in Spagna, nelle penisola Iberica e in Francia: se tutti «i progetti allo studio fossero realizzati da qui al 2015, riusciremo a coprire il 25% dei consumi italiani» previsti a quella data.
Una quantità - ha aggiunto - «appena sufficiente creare una situazione accettabile dal punto di vista concorrenziale». Le autorità devono «concentrarsi su questo, facilitando la realizzazione di rigassificatori e infrastrutture e garantendo che la proprietà di queste strutture restino in mano europee e non passino in quelle di chi ci fornisce il gas. È più importante far questo che regolare e sovraregolare», ha insistito Scaroni ricordando, tra llatro, che la sovraregolazione porta anche a una carenza di investimenti.
Rispondendo infine a una domanda sul rischio di una bolla del gas - di un eccesso cioè di disponibilità - Scaroni ha ricordato di non averne «mai parlato».
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