«Scelta la strada del dialogo»

«Scelta la strada del dialogo»

Sono stati sospesi dalle lezioni per qualche giorno gli alunni dell’Istituto Emiliani di Nervi che nelle scorse settimane erano stati «beccati» da alcuni professori mentre dalle pagine del socialnetwork Facebook lanciavano strali contro la scuola cattolica, il clero e alcuni professori. Una decisione presa all’unanimità dal collegio docenti riunitosi proprio per discutere del caso nato in conversazioni su internet tra alunni delle superiori: «È la soluzione che abbiamo ritenuto esemplare per far capire a questi giovani che quello che hanno tenuto è un comportamento profondamente sbagliato - racconta padre Fortunato Romeo, rettore dell’Istituto -. Ma la nostra volontà non era quella di allontanarli dalla scuola, a quel punto saremmo stati noi a sbagliare perché il nostro istituto crede nel dialogo con i giovani: siamo per la redenzione non per la repressione».
Padre Fortunato ha sottolineato anche come non sia mai stata presa in considerazione l’idea di un allontanamento dall’istituto dei ragazzi coinvolti nell’antipatica vicenda. Molti degli alunni coinvolti appartengono alle prime classi dei licei scientifico e classico e da, quanto raccontano i docenti del collegio di Nervi, sembrano essersi resi conto di averla fatta grossa e consapevoli anche della pena subita: «Sono stati poco attenti, non hanno capito che Facebook è un mezzo immediato e che può essere letto da tutti: oggi tutto è più visibile - racconta Gianfranco Ciola professore di Educazione fisica da trent’anni nella scuola del levante genovese -. Diciamo la verità, gli insulti ai professori prima si leggevano sui muri dei bagni o sotto i banchi delle aule, oggi siamo passati ad internet con il vantaggio di avere le pareti dei bagni pulite».
Intanto la scuola sabato scorso ha celebrato il suo Open Day ospitando per una giornata le famiglie che in futuro pensano di far studiare i proprio figli all’istituto Emiliani.

Una scelta, quella della scuola cattolica, difesa ancora con grane stile dai padri Somaschi: «Chi pensa che le scuole private siano diplomifici - precisa il rettore - è invitato a venire a leggere i voti degli scrutini finali delle nostre ultime classi».

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