Roma

Scetticismo sulla bonifica dei campi nomadi abusivi

Francesco Giro (Fi): «Occorre prevedere dove andranno i rom altrimenti il problema si sposta da una zona all’altra»

Scetticismo sulla bonifica dei campi nomadi abusivi

Con una raffica di bonifiche il comune crivella il fenomeno degli insediamenti abusivi. Lunedì è stato smantellato il campo di Tor Vergata. E nei prossimi giorni le ruspe approderanno nel parco di Villa Troili. Ma dove vanno a finire gli sfollati? A zonzo per la città: secondo l’Opera Nomadi con gli sgomberi si corre il rischio di riversare nelle strade della capitale all’incirca 8mila rom, creando un vero e proprio esercito di vagabondi. A questo proposito è emblematico lo scenario che si profila davanti ai nomadi di Villa Troili. «Centoventi di loro saranno trasferiti a Prima Porta e in via della Cesarina sulla Nomentana - ha reso noto l’associazione -. Una trentina tra donne e bambini verrà ospitata invece in alcuni centri d’accoglienza. Mentre per gli altri ancora non è stata trovata una soluzione». Il futuro di centocinquanta persone, per ora, è in bilico.
«Non basta abbattere centinaia di baracche - hanno ribadito il coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Giro e il presidente della Consulta azzurra dei municipi Pasquale Calzetta - ma occorre prevedere dove andranno i nomadi altrimenti si ottiene solamente il risultato di spostare il problema da una zona all’altra della città». Dopo Villa Troili saranno evacuati i campi di Tor Cervara, di ponte Mammolo, dell’Aniene, di Castel di Guido, di via dell’Imbrecciato e di via dell’Imbarco. Sulla lista figura anche l’insediamento abusivo sorto nel posteggio di scambio di Saxa Rubra gestito dall’Atac. Il parcheggio, realizzato in occasione del Giubileo, conta 500 posti auto ed è stato definito dal capogruppo della Dc per le Autonomie al consiglio regionale Fabio Desideri un luogo di grande importanza strategica. «L’esecutivo comunale - ha affermato - deve ai cittadini una risposta sull’eventuale danno erariale per i mancati introiti provocati dall’occupazione abusiva». Desta preoccupazione poi il campo rom a ridosso dell’ex centrale Acea di via Tuscolana, a fianco del terminal Anagnina: «Alcuni residenti hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine - ha sostenuto l’esponente di An Fabio Sabbatani Schiuma - ma pare che non possano fare nulla a causa di un concordato tra il X municipio e il comune di Frascati». Sul versante della sicurezza i consiglieri comunali di An Federico Guidi e Luca Malcotti hanno consigliato all’amministrazione di centrosinistra d’invertire rotta e di sottoscrivere un patto di legalità con le famiglie rom, adottando il modello milanese progettato dal vice sindaco Riccardo De Corato. «In questo modo - hanno sottolineato - ogni capofamiglia s’impegnerebbe a garantire il rispetto delle regole in cambio del sussidio del Comune».
Infine continua a far discutere l’ipotesi della delocalizzazione dei nomadi della capitale in altre province. Un campo rom nella Tuscia? La senatrice di An Laura Allegrini non ci sta: «Veltroni non scarichi su Viterbo i problemi della capitale».

Dura la risposta del sindaco.

Commenti