Gli scheletri nell’armadio sulla via della Casa Bianca

Pettina, John. Tira su il ciuffo, spruzza la lacca, chiude gli occhi. Sorride. Si specchia. Un minuto e 59 secondi, You Tube manda in onda la ridicolizzazione dell’aspirante Presidente. Il video è privato, on-line c’è finito giusto pochi giorni dopo l’uscita di questa notizia: John Edwards ha speso 800 dollari dei fondi elettorali per due tagli di capelli. «Quattrocento dollari a botta per non far stare dritto un ciuffo». I giochi sporchi sono cominciati. Edwards doveva aspettarselo: ogni dettaglio, ogni scheletro nell’armadio, ogni dichiarazione è a rischio. Si gioca, si trucca, si combatte. Le biografie non autorizzate escono con precisione matematica.
HILLARY E IL DIVORZIO
Così Hillary Clinton ha paura. Oggi sa che i siluri sono appena cominciati. Lei ha paura delle librerie. Carl Bernstein, il giornalista dello scandalo Watergate, ha lavorato otto anni per tirare fuori oggi Una donna in controllo: la vita di Hillary Rodham Clinton. Si scopre che durante la campagna del 1992 Hillary assoldò un investigatore privato per «distruggere» la soubrette Gennifer Flowers uscita allo scoperto come amante del marito. Dieci anni dopo, la Clinton avrebbe votato per la guerra in Irak senza aver letto la National Intelligence Estimate che includeva i dubbi delle spie Usa sulle armi di Saddam: voleva dimostrare che portava i pantaloni. C’è altro da nascondere nella vita: la giovane Hillary decise di trasferirsi in Arkansas dopo esser stata bocciata all’esame di stato da avvocato a Washington. Una volta in Arkansas rifece il test e fu promossa. Altro ancora: nel 1989 Clinton chiese il divorzio per sposare Marilyn Jo Jenkins un’executive di una società elettrica per cui aveva perso al testa. Hillary rifiutò: «Ci sono cose peggiori dell’infedeltà». E però per sfidare il marito, Hillary decise di candidarsi a governatore mentre Bill puntava alla Casa Bianca. Fece marcia indietro su consiglio dello stratega del marito Dick Morris. Le fu assicurato che Clinton non l’avrebbe più tradita. Si sbagliava. Non fu l’unico errore: un altro fu l’affare immobiliare Whitewater, finito sotto inchiesta e per il quale la socia dei Clinton Susan McDougal finì in carcere. «Hillary allora ebbe davvero paura. Temeva che sarebbe stata la prossima a esser messa sotto processo».
L’11 SETTEMBRE DI ROMNEY
Trucchi, soffiate, pettegolezzi. A un anno e mezzo dal voto finale, a sette mesi dall’inizio delle primarie, i candidati si guardano le spalle. Contro l’ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney c’è addirittura un film. Un film sull’11 settembre. Un altro però, quello del 1857. Poco ricordato nella storia degli Usa, tirato fuori oggi che Romney corre per la Casa Bianca con l’handicap di essere un mormone. September Dawn è la pellicola sulla vicenda di un secolo e mezzo fa: 120 uomini, donne e bambini che erano partiti dall'Arkansas per andare a colonizzare la California, furono massacrati mentre attraversavano lo Utah, la «terra promessa» dove si erano stabiliti da qualche tempo i mormoni, in fuga dalle persecuzioni subite sulla costa orientale. Romney tiene alta la guardia, in attesa che la bordata arrivi all’uscita del film.
GLI AFFARI DI CASA GIULIANI
E però anche Rudy Giuliani fa attenzione. Ce l’hanno con la sua famiglia, anzi con i rapporti tra lui e i suoi familiari. Sui giornali, su internet, sulle tv sono arrivati i dettagli dei litigi tra l’ex sindaco di New York e i figli: Andrew, 21 anni e Caroline, 17, non parteciperanno alla campagna elettorale.

Non vivono più col padre per colpa del divorzio di Rudy dalla loro mamma. Non gli parlano da quando lui s’è risposato con la terza moglie, Judith Nathan. Non parlano a lui, ma evidentemente l’hanno fatto con qualcun altro. Oppure no. Per giocare sporco a volte basta l’intuito.

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