Schema28 chiede i danni a governo e Anas

Martedì Di Pietro incontrerà la Kroes Attesa per mercoledì la decisione di Mc Creevy

Laura Verlicchi

da Milano

Schema28 chiede i danni al governo e all’Anas per lo stop all’operazione Autostrade. Un gesto clamoroso, che segue l’annuncio, un mese fa, dell’intenzione, da parte della società, di ricorrere alle vie legali contro la modifica delle convenzioni autostradali: ossia l’ormai famoso articolo 12 del decreto fiscale. Un provvedimento con cui il governo introduce una «surrettizia ristatalizzazione di una società privatizzata, con pregiudizio dei diritti acquisiti da Schema28 e dal mercato», spiega in una nota la holding della famiglia Benetton, controllante di Autostrade. Da qui, la convocazione dell’assemblea dei soci il 5 dicembre con all’ordine del giorno la proposta del consiglio.
Le motivazioni dell’azione legale, esposte dagli avvocati Berardino Libonati e Giuseppe Morbidelli nella loro relazione, sono sostanzialmente già note. Il punto chiave, come ripetono da tempo sia Schema 28 che Autostrade, è la modifica unilaterale dell’accordo sulle concessioni tra la società e il governo, che è stato alla base della privatizzazione nel 1997, Inoltre, l’articolo 12 «disincentiva ogni efficienza premiando la remunerazione degli extra-costi operativi e d'investimento, e rende impossibile il finanziamento a lungo termine delle opere di ammodernamento della rete, non essendo più ragionevolmente prevedibili i flussi di cassa futuri». Da qui derivano i «plurimi motivi di illegittimità, anche comunitaria, e di incostituzionalità dell'articolo 12 del decreto legge numero 262 nonché della ribadita insussistenza di un potere autorizzativo della fusione tra Autostrade e Abertis».
E nei prossimi giorni arriveranno le decisioni dei commissari europei, già tutt’altro che favorevoli alla linea tenuta dal governo italiano nella vicenda Autostrade-Abertis. L’Antitrust ha aperto, il 18 ottobre, una procedura d’infrazione per violazione della competenza esclusiva di Bruxelles in materia di fusioni comunitarie: la risposta del governo italiano è arrivata martedì scorso, e il 7 novembre il ministro Di Pietro andrà a Bruxelles per incontrare di persona il commissario Neelie Kroes. Ma se non riuscirà a convincerla, come è probabile, l’Antitrust potrà richiedere che la decisione dell’Anas e la lettera dei ministri Di Pietro e Padoa-Schioppa che hanno bloccato la fusione vengano revocati o comunque resi inefficaci.


E mercoledì 8 novembre è attesa la decisione del commissario al Mercato interno, Charlie Mc Creevy, che da settimane sta studiando il dossier: anche qui, secondo quanto risulta al Giornale, la bozza della lettera che aprirà la procedura d’infrazione è già pronta. Al di là del vincolo alla presenza di costruttori, ormai praticamente superato, è proprio il sistema delle concessioni previsto dall’articolo 12 a non convincere la commissione europea.

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