Cronache

Schettino viene intercettato: "Ci inclinavamo, sono sceso" E la  moldava lo difende...

Un'intercettazione dei carabinieri di Orbetello tradisce il comandante della Concordia, che ammette di non essere rimasto a bordo fino all'ultimo. La giovane moldava Domnica Cemortan continia a difenderlo: "Ha portato la nave vicino alla riva"

Schettino viene intercettato: "Ci inclinavamo, sono sceso" E la  moldava lo difende...

Schettino si tradisce in una telefonata. A intercettarlo sono i carabinieri della caserma di Orbetello, il 15 gennaio scorso, dopo il naufragio della Costa Concordia davanti all'isola del Giglio. Il capitano parla al telefono: "Quando ho capito che la nave si stava inclinando ho preso e sono sceso", dice, confermando di non essersene andato per ultimo, nè di essere rimasto ad assistere le persone a bordo negli attimi concitati del naufragio.

Una sorta di ammissione di colpa dunque, anche se Schettino non ci sta del tutto a dire di avere sbagliato e commenta: "Quello che a me mi fa onore che abbiamo salvato tutti quanti, tranne questi qua [riferito alle vittime] che se non l’avessi fatto....". Parla ovviamente della manovra che ha portato la nave a naufragare vicino alla costa, che ha salvato, come ricordava nei giorni scorsi anche la ragazza moldava a bordo, molte persone.

La conversazione finisce nelle mani degli investigatori, che ora devono valutare le parole del comandante. "Io ho visto che - continua Schettino - so stato in giro a prendere la gente a mare e sono sereno così come un...". Mi hanno rotto il c..., andiamo a salutare il Giglio, andiamo a salutare il Giglio, stava uno scoglio lì sporgente e non l’abbiamo visto e ci siamo andati su". E continua: "Mi sono fidato della carta nautica e di Palombi che mi ha chiamato". La persona a cui parla è già al corrente della situazione e chiede se la Costa non abbia interessi a dire... (e non finisce la frase).

Il comandante è molto agitato e spiega all'amico di non avere intenzione di rimettersi al timone: "Non ci voglio andare più sulla nave, perchè so io che non voglio più, cambio vita, perchè non la vedo tanto bene". E aggiunge un dato importante: "Avevo la fiducia del manager", quasi a confermare che l'armatore sapesse.

E in un altra intercettazione, raccontando la dinamica dell'incidente, aggiunge: "Eravamo passati a 0,28 miglia (circa 520 metri) e lo scoglio l'abbiamo preso lateralmente. Tutti i venerdì passavamo a cena, adesso perchè hanno rotto il c..., salutiamo a Palombi, salutiamo o vento, ed ecco qua adesso, ho pagato tutto quello che si sa".

La ragazza moldava difende Schettino

Torna a farsi sentire Domnica Cemortan, in un'intervista a Rapporto Cartelli (SkyTg24), la giovane moldava vista cenare insieme al comandante della Costa Concordia Francesco Schettino: "Le accuse contro il capitano Francesco Schettino, che è stato definito incompetente? Lui è il comandante migliore della compagnia. E l'accusa di aver abbandonato la nave tra i primi è falsa, io personalmente ho abbandonato la nave alle 23.50-24, e lui era ancora lì. Schettino il suo mestiere l'ha fatto molto bene è riuscito a portare la nave più vicino a riva e devi esser un grande per condurre una nave in quelle condizioni. C'era tanta confusione - prosegue la ragazza -  era buio pesto ed era difficile individuare chi era in acqua ha cercato di dare subito il mio aiuto ai passeggeri ma era impossibile riuscire a sentire chi chiedeva aiuto dall'acqua". Poi si sofferma sulle procedure di soccorso: "Come equipaggio facciamo dei corsi prima di imbarcarci, non è certo un gioco, è obbligatorio fare questi corsi di tre settimane: ci hanno preparato psicologicamente e materialmente per affrontare una situazione del genere, dal saltare in acqua da un altezza di cinque metri come si apre un gommone.

Ci hanno insegnato come soccorrere in caso di infarto o panico".

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