«Un tavolo in cui tutti mettano il proprio buonsenso e il massimo degli sforzi». Il presidente del Senato, Renato Schifani al convegno della Piccola industria di Palermo, ha accolto lappello del presidente Emma Marcegaglia a fare sistema contro la crisi auspicando «un patto di concertazione tra governo, istituzioni, enti locali e mondo delle banche e delle imprese per superare tutti insieme questo momento attraverso quella coesione sociale cui ha fatto riferimento il capo dello Stato». Schifani ha invitato il governo a varare un decreto per certificare i crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione per evitare che le ricadute «travalichino lambito finanziario intaccando quello economico e sociale». Al sistema bancario chiede che «continui a dare ossigeno alle imprese». Inoltre ha appoggiato la richiesta confindustriale di rimodulare i fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) in sgravi fiscali per chi investe in ricerca e sviluppo. Perché i Fas «devono rimanere al Sud ma con una nuova filosofia di utilizzo», con un progetto di sviluppo organico che aiuti il Mezzogiorno ad accorciare il divario. Da siciliano ha ribadito che il Ponte sullo Stretto «è unopera necessaria», mentre Marcegaglia sottolinea limportanza di finanziare piccole opere immediatamente realizzabili. Ma Schifani ha voluto soprattutto evidenziare i meriti del federalismo fiscale, il governo dovrà assumersi limpegno di definire «il principio della redistribuzione delle risorse nazionali» conciliandolo con «il definitivo superamento del deficit strutturale del Mezzogiorno». Riconoscimento allassociazione degli imprenditori per limpegno nella lotta alla criminalità organizzata.
«Confindustria Sicilia è protagonista del progressivo affrancamento di tanti imprenditori al giogo mafioso», ha detto riferendosi alliniziativa del leader degli industriali siculi Lo Bello che ha revocato lo status di socio agli imprenditori che pagavano il «pizzo». Per le imprese un impegno preciso: «Resistete alla tentazione di delocalizzare allestero, pur consapevole che è una scelta quasi obbligata dalle condizioni nelle quali ci si trova a fare impresa in Italia».GDeF
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