Benny Casadei Lucchi
nostro inviato a Indianapolis
Quasi quasi, venerdì pomeriggio, aveva rischiato di entrare in pista in ritardo pur di non perdersi la sfida ai rigori tra la sua Germania e lArgentina: «Ho fatto mettere la partita sul monitor dei tempi, così lho guardata da dentro labitacolo, con il casco già in testa» ha confidato. E ieri, fresco del miglior tempo nelle libere del mattino, Michael Schumacher ha raccontato come vivrà la sua Germania-Italia.
Che match sarà?
«Sarà bello, affascinante, una grande partita e io dovrò fare i conti con due cuori che battono dentro lo stesso petto: quello tedesco e quello italiano».
Vuol farci credere che battono con lo stesso ritmo, la stessa passione?
«Di solito sì, ma in una fase finale di coppa del mondo, è inevitabile che quello tedesco batta di più».
E chi teme fra gli italiani?
«Su tutti, mi preoccupa Toni. È davvero pericoloso, non sai mai dove e come si sposti nel campo; è praticamente immarcabile».
Senza nulla togliere a Toni, ci mancherebbe: ma come mai proprio lui? In fondo è diventato famoso di recente.
«Perché lo seguo da tempo e perché, forse ve lo dimenticate, io da anni sono tifoso della Fiorentina: mi sono appassionato ai viola ai tempi di Batistuta. Ne ho seguito anche le alterne vicende, quando furono retrocessi».
I suoi germanici sono passati solo ai rigori...
«E voi, di gol, ne avete fatti tre... Che forse sono troppi... magari avete già esaurito la scorta».
E tra i tedeschi, chi sarà luomo partita, chi il più pericoloso?
«Penso a Klose, sembra inoffensivo, disarmato ma poi eccolo che colpisce. Mi piace molto anche Podolski, gli sono pure amico. Lho conosciuto ai tempi del Colonia, è incredibile, molto positivo».
Ora il gran premio, poi il volo di rientro, quindi, martedì, di corsa allo stadio per la semifinale?
«No, sono via da troppo tempo e mercoledì prossimo inizierò subito i test. Meglio guardare la partita a casa, davanti alla tv». Ovviamente, popcorn e patatine le offre casa Schumacher.
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