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Schumi-Mercedes. Ma non aveva detto "la Ferrari è la mia seconda famiglia?"

Prosegue il tormentone sull'ex ferrarista corteggiato dalla Mercedes. Lui, consulente della Rossa e potenziale 3° pilota, sembra indeciso, ma così facendo rovina il rapporto con i tifosi italiani. E forse non solo. La Ferrari: «Non esistono più le famiglie di una volta»

Schumi-Mercedes. Ma non aveva detto 
"la Ferrari è la mia seconda famiglia?"

Eccessivo definirla squallida. Diciamo indisponente. Sì, è decisamente urticante la telenovela di Schumi consulente ferrarista che da settimane lascia accostare il proprio nome alla Mercedes. Dicono lo faccia per non meglio definiti sfrucugliamenti uber alles, ma anche e soprattutto per tenere vivo il proprio nome, il mito. In questo, il suo manager, mister 20 per cento Willi Weber, è un mago; e le voci si rafforzano ancor più se persino il patron del Circus, Bernie Ecclestone, butta lì che «magari Schumi potrebbe davvero tornare in F1 con la Mercedes».
Michael si è però dimenticato che l'Italia, oltre che Paese di ferraristi è terra di mammoni e i mammoni adorano la famiglia. E proprio «la Ferrari è la mia famiglia» aveva detto e ripetuto l'enormità tedesca non più tardi di qualche mese fa. Che parlasse di una famiglia allargata? In fondo va di moda, è il futuro, anche l'Italia mammona ci si sta abituando, però il tifo di rosso vestito non è fatto da persone molto allargate, anzi, è gente piuttosto tradizionalista, che vede rosso in un attimo, che crede nel mito fino all'ultimo, che resta sposata al Cavallino nonostante vent'anni d'astinenza da vittorie e godimenti veri.
Sarà forse tutta colpa del suo manager, probabilmente c'entra anche Schumi, fatto sta il crucco più amato d'Italia ha dimostrato di conoscere ben poco l'Italia.

Magari andrà in Mercedes, magari no e resterà consulente della Rossa per le prove su strada o come suo terzo pilota F1 alla bisogna, ma qualcosa con gli appassionati nostrani si è definitivamente rotto. Anche con la Scuderia stessa. Parla chiaro la frase riportata sulla «Stampa» e attribuita agli uomini di Maranello: «Non ci sono più le famiglie di una volta».

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