Vittoria, anzi trionfo: un secondo e 28 a Julia Mancuso, molto di più a tutte le altre, la prima delle quali è vestita d’azzurro, come lei. Lei è Denise Karbon, quella che le fa compagnia sul podio è Nicole Gius, l’Italia piazza altre due atlete nelle prime dieci, Mölgg 7ª e Alfieri 10ª. Per Denise è la terza vittoria consecutiva, la più schiacciante, miglior tempo nella prima e nella seconda manche, tutto facile, tutto bello, come il suo sorriso sempre più radioso. Vincere è sempre difficile, farlo per tre volte consecutive è qualcosa di più, è dimostrare di essere veramente la più forte. La Karbon finora ha vinto sulla pista super ripida di Sölden, su quella ondulata e ghiacciatissima di Panorama e ieri su quella piatta di Lienz, dove altre avrebbero dovuto andare più forte, perché c’era da mollare gli sci, non da pennellare di fino. Ma ormai Denise va forte ovunque, con gli anni la sua evoluzione tecnica si è completata, il suo talento si può esprimere in ogni situazione e finché questa forma, fisica e psicologica, durerà sarà veramente difficile che qualcuna riesca a batterla. Ieri ci hanno provato in tante, prima fra tutte la compagna di squadra Nicole Gius, anche lei diventata gigantista completa dopo anni passati ad andare forte solo sul ripido e sul ghiaccio vivo: terza a metà gara, Nicole nella seconda manche ha commesso una serie infinita di errori senza i quali avrebbe sicuramente fatto meglio della Mancuso e reso ancora più trionfale la gara di Lienz che come detto ha visto anche il 7° posto di Manuela Mölgg (anche per lei molti errori nella 2ª manche, ma ieri solo la Karbon non ha sbagliato nulla...) e il 10° della ventiduenne genovese Camilla Alfieri, 2° parziale nella seconda manche e al miglior risultato della carriera. Nelle prime avrebbe potuto finire anche Karen Putzer, 11ª al termine della prima manche, ma caduta malamente nella seconda, per fortuna senza danni. Molto peggio è andata all’americana Resi Stiegler, finita nel bosco dopo essere passata sotto le reti in seguito a una spigolata: frattura della tibia destra, un braccio rotto, escoriazioni sul viso e una distorsione al ginocchio destro. Gli infortuni, si sa, fanno parte del «gioco», ne sa qualcosa proprio Denise Karbon, fra le più sfortunate del circuito, che proprio per questo non si sbilancia a parlare di futuro e vuole solo godersi questo momento magico. «Essere la donna da battere è bellissimo, vedere che le altre mi prendono a esempio dà una grande soddisfazione ed è chiaro che a questo punto, con tre vittorie su tre gare, non posso non pensare alla coppa di gigante, il mio sogno da sempre. Ma i conti si faranno solo alla fine, ci sono ancora tante gare e nello sci tutto può cambiare da un istante all’altro. In questo momento sto benissimo, in gara tutto mi è riuscito facile, sentivo gli sci sotto i miei piedi che facevano quello che volevo senza fatica, ma ogni gara ha una sua storia e domani (oggi ndr) si ricomincia daccapo». Con uno slalom, dove ancora una volta l’obiettivo di Denise è la qualifica per la seconda manche e il miglioramento dei punti per partire meglio. Per continuare il suo momento d’oro l’Italia può contare su Chiara Costazza, terza nel primo slalom della stagione, ma anche su Manuela Mölgg, Annalisa Ceresa e Nicole Gius. Il DT Mair stavolta fa esordire Irene Curtoni e Giulia Candiago, brave finora in Coppa Europa.
Oggi è anche il giorno della spettacolare discesa maschile di Bormio. Nell’ultima prova cronometrata eccellente quarto tempo per Christoph Innerhofer, speranza azzurra per il futuro. E si spera anche per il presente...
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