Vittoria con gesso, vittoria con dolore, vittoria con rimonta, vittoria... eroica! Per dirla con le sue parole la quinta di Denise Karbon è «la vittoria incredibile!», perché stavolta non ci credeva proprio, stavolta si sarebbe accontentata di fare qualche punto per la classifica di coppa... dopo la frattura del pollice della mano sinistra subita mercoledì mattina, Denise è partita con un bell'handicap, la mano ingessata avvolta in un guantone azzurro legato al bastoncino con lo scotch.
Nella prima manche è scesa con un po' di titubanza: la pista era piatta, il tracciato dritto e veloce, insomma, le condizioni non erano certo ideali per lei, non per niente a metà gara era nona, staccata di 1"09 dalla Hosp, capofila davanti a Manuela Moelgg e alla Goergl. La rimonta sembrava improbabile, ma subito dopo la ricognizione, visto che il tracciato della seconda manche era molto più angolato (complimenti e grazie all'allenatore della Hosp!...), Denise ha deciso di provarci, ha messo da parte dolore e timore ed è partita all'attacco.
Nessuna delle otto che l'hanno seguita è riuscita a migliorare il suo tempo, Nicole Hosp ha commesso un paio di errori ed è rimasta dietro per 8/100, Elisabeth Goergl di centesimi ne ha presi nove, la Moelgg ha perso tre posizioni chiudendo quinta, peccato, ma lotta per il podio nella coppetta. Davanti a tutte c'è Denise, imperiale, con ben 181 punti di vantaggio sulla Goergl. Considerando che alla fine mancano due giganti, quindi 200 punti da assegnare, Denise ha già praticamente in tasca la coppa del mondo di gigante, perché l'austriaca dovrebbe vincere due volte e lei non arrivare nelle prime 14: ipotesi alquanto improbabile... «No, no, non voglio pensarci, ancora una volta ho avuto la dimostrazione che nello sci tutto può succedere, ma dai, andiamo avanti un passo alla volta, certo adesso la coppa è più vicina, perché i punti sono lì... ma oggi, oggi è stato incredibile davvero, sono contenta, mi sembra di vivere una favola!».
Nella gioia del dopo gara, Denise minimizza, ma la sua impresa è grande, immensa, perché il dito rotto è stato un notevole handicap, soprattutto psicologico: nel gigante moderno si scia con grandi inclinazioni e spesso le mani toccano per terra. Col dolore la tendenza è di evitare le inclinazioni e questo certamente ha frenato Denise, almeno nella prima manche, quando ha affrontato i pali per la prima volta dal giorno dell'infortunio. Nella seconda la piccola azzurra non ha fatto calcoli, non ha pensato certo ai punti per la coppa e ci ha provato, il tracciato come detto era più adatto alle sue caratteristiche perché richiedeva conduzione precisa e continuità di azione, il suo tempo di 1'11"41 è stato nettamente il migliore, solo nella parte alta, influenzata quindi dalla spinta, Denise ha perso un decimo, per il resto la sua rimonta è stata implacabile.
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