Sci, un anno fa la morte di Matilde Lorenzi

Sicurezza, interventi su tute e allenamenti

Sci, un anno fa la morte di Matilde Lorenzi
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«Non ricordo l’attimo, la neve mi chiamò». Matilde Lorenzi moriva un anno fa, allenandosi per un sogno sulle nevi della val Senales. Oggi la sua vita è anche una canzone: si chiama “Basta un centimetro per l’eternità” e l’ha scritta Francesco Baccini come colonna sonora del docufilm “Storie di sci”. Nelle sale a novembre, racconterà (regia di Paolo Galassi) il countdown olimpico visto da Kristian Ghedina, Paolo De Chiesa ed Alberto Tomba, fra i big. Proprio oggi che sono trascorsi i primi 365 giorni senza Matilde ne mancano 100 ai Giochi di Milano Cortina: il circo Bianco è ripartito pochi giorni fa, dopo che un altro giovane, Matteo Franzoso, è morto, sempre in allenamento, lo scorso settembre.

Il dibattito sulla sicurezza, stavolta, sembra ripartito con più fermezza ed alcuni piccoli risultati. La fondazione Lorenzi ha imbastito un primo progetto per la formazione al soccorso degli operatori di pista. La Federsci internazionale ha ratificato l’obbligatorietà degli airbag e delle tute antitaglio con forte raccomandazione all’utilizzo anche per gli allenamenti. Allo studio c’è un pacchetto di fondi per individuare piste di allenamento da allestire con i medesimi standard di gara, sgravando gli allenatori, a cui oggi spettava l’arduo compito nei training. La comunità dello sci alpino ha individuato, invece, tre macroaree su cui intervenire: da una parte le piste a cui servono nuovi standard per le vie di fuga che tengano conto delle maggiori velocità che gli atleti raggiungono anche in curva.

Per moderare la velocità occorrerebbe, secondo alcuni atleti, agire anche sulla tracciatura, senza che questa divenga illogica. Terzo, l’attrezzatura: dopo tute e protezioni, è il casco l’osservato speciale. Uno studio su come modernizzarlo, dopo quasi 15 anni di stallo, è, a parere di tutti, il punto da cui partire.

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