Guido Mattioni
Proprio quando il peggio sembrava passato. Proprio quando più di qualcuno, del milione di residenti fuggiti su invito delle autorità stava già pensando di girare il muso dellautomobile e far ritorno a New Orleans. Proprio quando i seguaci dei riti voodoo avevano rispolverato i loro amuleti per festeggiare il transito - che sembrava essere stato quasi indolore - delluragano Katrina.
Be, proprio allora il diavolo ha approfittato di un attimo di distrazione dellangelo custode della città. E ci ha messo del suo. Pesantemente. Largine naturale che proteggeva la capitale mondiale del jazz dalla distesa salmastra del lago Pontchartrain ha ceduto in due punti sotto una pressione fuori dallordinario e lacqua ha inondato all80% «The Big Easy», riversandosi in un attimo nel gigantesco catino naturale che la contiene, una depressione che scende fin quasi a due metri sotto il livello del mare.
Da più punti della città sono giunte segnalazioni di cadaveri visti galleggiare sullacqua. Uninformazione che unita ad altri fattori come il caldo, la quasi assenza di acqua potabile e lo scoppio in più punti della rete fognaria, sta facendo tremare i polsi. Cè il serio rischio di epidemie. A cui si aggiunge il fenomeno sciacallaggio, puntuale qui come in tutto il mondo quando si verifica una catastrofe. Molte sono già le case e i negozi vittime di saccheggio. Una calamità nella calamità che ha spinto le autorità a prendere misure straordinarie, ma non - come era stato diffuso da alcuni organi dinformazione - a dichiarare la legge marziale in città.
«New Orleans è devastata, all80% è sotto lacqua e in alcune sezioni il livello dellinondazione raggiunge i 6 o i 7 metri. Abbiamo ancora notizie di molte persone sui tetti, che aspettano di essere salvate, mentre entrambi i nostri aeroporti sono allagati», ha dichiarato a una stazione televisiva locale, rivolto ai suoi concittadini, il sindaco Ray Nagin. Aggiungendo triste: «Il mio cuore è pesante, stasera, perché non ho nessuna buona notizia da darvi». Niente buone notizie nemmeno dal Superdome, lenorme stadio dove avevano trovato rifugio in 10mila, perlopiù anziani, poveri e homeless. Sotto lenorme cupola, senza aria condizionata e con i servizi igienici ai limiti dello scoppio, le condizioni di vita sono terribili. E tra i rifugiati si contano due morti, fra cui un suicida.
Ma mentre New Orleans, ovvero quella che secondo i meteorologi avrebbe dovuto essere lunica vittima designata delluragano, cerca di fronteggiare le sue emergenze, «il mostro» Katrina, frenato e indebolito dallimpatto contro la città, ha sferrato altrove, come un animale ferito a morte, i suoi più micidiali e devastanti colpi di coda. Succede, con gli uragani. Che una volta ridotti al rango di tempeste tropicali sembrano quasi volersi «vendicare», scaricando a terra, in tempi brevissimi, quantità bibliche di pioggia che tutto travolgono e tutto sommergono.
È la sorte toccata al vicino Mississippi, dove le vittime accertate sarebbero per ora già una cinquantina (portando ad almeno 100 il bilancio parziale dei morti fatti dalluragano in tutto il sudest degli Usa), una trentina delle quali rimaste intrappolate sotto le macerie di un edificio residenziale nella graziosa cittadina costiera di Biloxi, divenuta suo malgrado il luogo simbolo della devastazione che ha colpito questo Stato. Ma le notizie diffuse ieri sera dal portavoce del municipio di Biloxi, Vincent Creer, sono ancor più drammatiche e fanno temere un bilancio fuori controllo: unondata alta dieci metri ha investito in pieno la città e le vittime sarebbero centinaia. Una situazione che già lunedì aveva convinto il presidente George W. Bush, a dichiarare lo stato di emergenza in Mississippi. «Questo è il nostro tsunami», ha detto A. J. Holloway, primo cittadino di questa comunità di 50mila abitanti, famosa fino a ieri per i suoi parchi fitti di querce secolari e per le bellissime dimore in stile coloniale. Ora, nelle riprese fatte dagli elicotteri di soccorso, se ne intravedono rispettivamente soltanto le cime e i tetti.
Ed è tutta lAmerica sudorientale a tremare sotto la minaccia di vento e acqua rappresentata dallerrabonda agonia di Katrina, che già ora ha conquistato il primato di secondo uragano più costoso nella storia del Paese, con stime provvisorie delle compagnie di assicurazioni già a quota 30 miliardi di dollari. Tremano, oltre a tutta la Louisiana (dove sono 40mila le case rimaste sottacqua e pare almeno 100mila i senzatetto), anche lAlabama (che piange già due morti), il Tennessee, il Kentucky, la Georgia (qui una vittima, per ora) e lOhio, tutti Stati che si trovano almeno in parte lungo la rotta verso nordest che Katrina sembra aver imboccato, spinta da venti che soffiano ancora fino a cento chilometri orari.
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