Lorenzo Scandroglio
Quasi senza soluzione di continuità (e non è un caso) rispetto ai giochi di Torino, sulle attigue montagne cuneesi, ai piedi del Monviso (montagna simbolo nella storia del Club Alpino Italiano da quando Quintino Sella, per festeggiare il raggiungimento della vetta, decise di fondarlo nel 1863), si aprono domani i terzi campionati mondiali di scialpinismo della storia. La disciplina invernale più in crescita dell'universo verticale non ammessa alle Olimpiadi d'Italia, il Paese in cui nacque, parteciperà forse altrove a quelle future. Negli ultimi anni gli appassionati e i professionisti che con sci, pelli di foca, ramponi, corde e piccozze salgono e scendono le montagne si sono moltiplicati a dismisura. Con inevitabili ripercussioni anche sul fronte degli incidenti in montagna, che però, non ci stancheremo di rimarcarlo, non devono dare adito a politiche restrittive sulla pratica del fuori pista, ma devono agire su formazione e prevenzione. La crescita generale del movimento, anche a livello dilettantesco, si rispecchia in una presa di coscienza della specificità disciplinare, nella nascita e nel riassetto degli organismi rappresentativi, nel fiorire di momenti agonistici e nell'aumento delle iscrizioni ai corsi Cai dedicati. Per non dire della ricaduta economica sui produttori di materiali che, in quella che resta pur sempre una nicchia di mercato, stanno registrando una crescita graduale ma costante. Pubblico e praticanti seguono con sempre più partecipazione gli appuntamenti clou, come il Mezzalama (con cadenza biennale, da Cervinia a Gressoney sul filo dei 4000 del Monte Rosa, si svolgerà nuovamente nel 2007) o la grande classica francese su più giorni, la Pierra Menta, che si terrà subito dopo i mondiali cuneesi (www.pierramenta.com): si svolge in Savoia dal 9 al 12 marzo, squadre composte da due membri, quattro tappe con dislivelli tra i 2000 e 3000 metri per un totale di 10.000 metri di dislivello in salita attorno al massiccio del Beaufortain. Spettacolare, massacrante e molto tecnica dal punto di vista alpinistico, considerati i tratti da percorrere con sci in spalla, ramponi ai piedi, imbraco e corda.
Peccato che Torino, capitale italiana della montagna, si sia lasciata sfuggire una simile occasione per consacrare, sotto l'egida dei cerchi olimpici, una disciplina che annovera fra italiani, francesi e svizzeri i più forti e più numerosi atleti del mondo. Peccato, anche perché - come abbiamo scritto qualche settimana fa - è stata proprio l'Italia a scrivere la storia più antica di questa disciplina e dei suoi primi cimenti agonistici. Fatto sta che il mondo dello sci alpinismo, fuori dalle Olimpiadi, ha continuato a lavorare sodo e, dopo i primi mondiali francesi del 2002 e quelli spagnoli del 2004, è giunto ancora più maturo all'attuale rassegna iridata sulle montagne cuneesi. In Spagna, a Barcellona, dove ha sorprendentemente sede l'ISMC (International Ski Mountaineering Committee) grazie alla lungimiranza del movimento scialpinistico iberico che, nonostante una storia meno lunga di quella dei Paesi alpini e un parco atleti inferiore per numero e prestazioni, ha saputo cogliere in anticipo l'espansione del fenomeno ed ha fondato l'organismo, ci si sta già muovendo in vista delle prossime Olimpiadi invernali ancora da assegnare del 2014, giacché la domanda di ammissione (secondo una recente norma del Comitato olimpico internazionale) deve essere presentata con almeno sette anni di anticipo.
Quanto agli imminenti mondiali italiani, secondo una formula ormai pressoché rodata, si imperniano su prove individuali e di squadra consistenti nel risalire un pendio con le pelli di foca sotto gli sci e ridiscenderlo a rotta di collo dopo aver tolto le pelli. Non mancano una cronoscalata e le competizioni per i più giovani. Sono tanti e tutti fortissimi i convocati del direttore tecnico della nazionale italiana, il valtellinese Adriano Greco (vincitore di una Pierra Menta, ergo campione di livello assoluto a livello globale e fra gli alpinisti della spedizione italiana al K2 nel 2004), che, dopo le due medaglie d'argento dell'Italia ai mondiali 2002 e 2004 nei quali l'oro è sfuggito per un soffio, prima dietro alla Francia, poi dietro alla Svizzera, si dice fiducioso delle possibilità dei nostri atleti: «L'avversario più temibile sarà la Svizzera - dichiara Greco -, ma se non capitano i soliti malanni o incidenti dell'ultimo momento possiamo farcela. Forse la squadra femminile tricolore di quest'anno potrebbe avere qualche difficoltà in più, ma ci giocheremo tutte le nostre carte sul terreno e staremo a vedere». Fra i convocati anche il vincitore del Mezzalama 2005, il valtellinese Guido Giacomelli, che nella competizione valdostana correva nella stessa cordata dei francesi Patrick Blanc e Stephane Brosse. E inoltre Dennis Brunod, Manfred Reichegger, Guido Giacomelli, Mirco Mezzanotte, Jean Pellissier, Carlo Battel, Dennis Trento, Matteo Pedergnana, Graziano Boscacci, Ivan Murada, Davide Spini, Mattia Coletti, Lorenzo Holzknecht, Matteo Eydallin, Damiano Lenzi, Mattia Andreola, Lorenzo Pegorari, Michael Moling, Sigmund Thaler, Mattia Arduino, Luca Vitalini per la squadra maschile.
Per quella femminile: Gloriana Pellissier, Christiane Nex, Roberta Pedranzini, Francesca Martinelli, Astrid Renzler, Francesca Colturi, Laura Besseghini, Silvia Cuminetti, Fabienne Chanoine, Laura Lazzeri, Elisa Deola e Muriel Lavy.
lorenzo.scandroglio@ilgiornale.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.